La malattia, così come è considerata dai Senoi della giungla malese, è una ‘perdita dell’anima’. Lo
sciamano, psicoterapeuta preistorico, ha la capacità di recuperare
l’anima e di reinserirla nel corpo. Una cultura, quest’ultima, legata ai
sogni, all’interesse di curare gli uomini attraverso un ‘ponte’ con la
spiritualità benevola. Nella giungla si prega cantando, si emettono
suoni, vibrano luci e corde di strumenti: si invoca lo spirito positivo
per chiedere la sua protezione e l’aiuto per ricercare, in un ‘altrove’,
l’anima smarrita, persa, fuggita dal corpo che si ammala, che non ha
più voglia di vivere. La fragilità che ci rende ‘malati dentro’ risale
alle forze contrarie che si mettono in azione quando siamo esposti alle
energie negative/malefiche. Il male ci viene dagli altri e siamo noi a
permettergli di manifestarsi e distruggerci. Ecco: siamo noi gli
artefici del vuoto interiore che non sappiamo riempire o che forse non
vogliamo colmare mai. Nel nostro mondo interiore abbiamo posizionato le
‘cose dietro il mondo’: lì entriamo in battaglia con i persecutori, in
modo energico, sopravvalutandone la potenza invasiva. Queste forze
disgreganti possono essere suadenti o aggressive: intanto la nostra
‘anima perduta’ o ‘ferita’ freme per ritornare a noi, per soccorrerci.
Essere riconosciuti è l’attenzione che vorremmo, noi in primis, saper
dare a noi stessi. La ricerchiamo negli altri, invece, per tradurre la
lotta tra la Luce e il Buio, tra l’Esistenza e la Morte che ci tiene in
pugno in modo costante, in modo persuasivo. Lo scavo nelle disarmonie
inattese e vigliacche della nostra infanzia/adolescenza, vigliacche
perché si sono insinuate in noi quando non avevamo gli strumenti
adeguati alla lotta, potrebbe svelarci argomentazioni di giustificazione
così da distruggere, definitivamente, lo ‘spirito negativo’ che
cautamente si sofferma in noi e ci trasforma. Eppure abbiamo a
disposizione una Fede o Speranza incrollabile nella Vita che insegna al
corpo il ‘dolore muto’ e a noi a trovare equilibrio, maturità,
superamento del ‘buco’ dentro. La salvezza è nell’ ‘azzurro elementare’,
nelle piccole e splendide vocazioni all’amore, all’amore delle cose, ai
momenti che stupiscono?
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