Il
poeta è lo psicologo dell’ombra?
Appunti
a cura di Rita Pacilio
Molte credenze relative
alle popolazioni primitive, evidenziate dagli antropologi culturali, rilevano
che la mente umana e la creatività sono sempre state attratte dall’ombra, in particolare dall’ombra del
proprio corpo. Sappiamo che ogni individuo è seguito o addirittura incollato
alla propria ombra che, se particolarmente inserita nella coscienza, viene
percepita buia e profonda. Carl Gustav Jung prende in considerazione il lato
oscuro della vita cosciente dell’uomo e definisce sotterraneo dell’anima, ricordando Dostoevskij, questo spazio che è
dietro o sotto la maschera dell’agire sociale. L’ombra è considerata demoniaca
e perversa dal pensiero religioso perché si pensa, che è qui che agisce il male
e il magico mondo della morte. Quando le popolazioni non avevano la scrittura
come strumento di comunicazione l’ombra rappresentava un tabù perché veniva a
identificarsi con l’anima. Gli indigeni delle isole Salomon, infatti, se
calpestavano l’ombra del re venivano puniti con la morte. L’ombra è associata,
in molte culture, a paure socioculturali e ancestrali. I poeti, invece, hanno
adoperato l’ombra come luogo della
rinascita fenicia, dove si vive, da quando si è bambini, la regola della fantasia
e la consapevolezza della voce più intensa, potente dell’io. Il pensiero umano, sia percettivo che
intellettuale, indaga sulle cause degli avvenimenti tenendosi il più vicino
possibile al luogo dove i loro effetti si producono. In tutto il mondo l’ombra
è considerata come una propaggine dell’oggetto che la proietta. Il concetto
sottostante è che l’oscurità non appare come un’assenza di luce ma come una
sostanza positiva di buon diritto. Questo secondo io trasparente dell’individuo
è identico o connesso con la sua anima o forza vitale. Porre il piede
sull’ombra di una persona è un’offesa grave, e si può uccidere un uomo
ferendone l’ombra con il coltello (Rudolf Arnheim – 1954, Arte e Percezione
visiva). Se si acquista la consapevolezza di una percezione positiva
dell’oscurità, l’ombra può essere riconosciuta come il nostro doppio che
protegge e diviene la parte più disponibile all’io cosciente. Il popolare racconto di Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del
signor Hyde, ci convince a governare la nostra coscienza per non trasferire
sull’altro il buio, il non conosciuto affinché non ci sfugga il dominio delle responsabilità
con la nostra parte dentro/fuori. La nostra parte psichica si pone innumerevoli
interrogativi. Se l’ombra rappresenta il male allora la luce rappresenta il
bene? Quindi come giudicare il comportamento sociale, psicologico e creativo
dell’uomo? Il termine "ombra"
nasce nella ricerca psicologica e in particolare nella ricerca psicologica di
Jung. Ci sono dei precedenti, ma sempre di ordine psicologico. C'è tuttavia un
corrispettivo dell'ombra nei miti di tutto il mondo. Indubbiamente ci si può
divertire a trovare in moltissimi miti quest'aspetto negativo dell'uomo. Però è
solo apparentemente negativo, perché se ben relazionato all'io cosciente - che
se ne deve assumere la responsabilità - in qualche modo diventa positivo, o
meglio diventa un propulsore della vita psichica. In genere l'esempio più
pregnante dell'ombra dei miti è quello che si trova nei miti degli indiani
d'America, il trickster, il
briccone buffone, che poi, talvolta, si dimostra essere un aiutante magico, che
risolve situazioni che sembravano irrisolvibili nella vita. Però non si deve
pensare che l'ombra sia rappresentata solo dal trickster. Qualcuno ha voluto vedere, un corrispondente del trickster nel Mercurio della
mitologia classica. Abram Kardiner - è stato un grande storico, fenomenologo
delle religioni - si è sforzato di approfondire questa somiglianza. Ci
sono probabilmente molti altri esempi di ombra nei miti. Perciò, ripeto, il
termine nasce nella psicologia, ma noi possiamo trovare delle vaste
corrispondenze nella mitologia. Noi dobbiamo dividere il concetto o la metafora
dell'ombra dal concetto di male. L'ombra è male solo in quanto rimane scissa da
noi, inconscia, negata, assolutamente separata dal resto della personalità.
Sono contento che sia stato introdotto il concetto di male, perché appunto, in
una interpretazione un po' superficiale dell'ombra, si potrebbe pensare che il
male nasca solo dalla proiezione della nostra ombra. Ahimè, no! Il male morale
esiste, eccome! E dobbiamo combatterlo in tutte le maniere. Sarebbe assurdo per
esempio pensare che personaggi come Hitler, Stalin, i grandi dittatori del
nostro secolo, Salazar, eccetera, siano esclusivamente il frutto della nostra
proiezione. No, sono delle persone assolutamente possedute dal male, hanno a
che fare ben poco con la nostra proiezione d'ombra. Però il concetto di male
viene evocato, nell'analisi dell'ombra, perché noi sentiamo l'ombra come qualche
cosa di negativo. Qui è anche una questione di linguaggio. Direi che, parlando
dell'ombra, è sempre meglio parlare del negativo che è in noi, piuttosto che
del male. Il male è un concetto troppo antico, troppo aulico, anche troppo
potente , per essere evocato in un argomento di psicologia di tutti i giorni.
(Mario Trevi L’ombra dentro di noi, 31/1/2011). Quando si è bambini l’ombra
ricopre un grande significato; addirittura le si dà un ruolo ben preciso. Solo
crescendo si tende a dimenticarsi di lei accantonandola nel mondo
dell’inconscio come un superamento liberatorio della sua rappresentazione buia
e ambivalente. L'ombra
fa paura e farsi percepire puri esorcizza il male cui ci si può abbandonare.
(Adriana Gloria Marigo) Nell’età adulta l’ombra subisce un’importante metamorfosi fino a
diventare un Doppio di Sé ambiguo: sono i romanzi e la scrittura poetica a
manifestarci la macchia che ci
portiamo dietro come il nemico, il persecutore o addirittura il perturbante.
La poesia sa inseguire la vita e i suoi significati inafferrabili e originari.
Si spinge verso le marginalità, spesso idilliache, ponendosi in una posizione
laterale (accanto) alla Storia (Leopardi, Pasolini). Si tratta di un ascolto evocativo-ideologico-paesano che
sembra porre il poeta di fronte a un compromesso intimo. L’ombra è un
dormi-veglia (Octavio Paz) che spesso testimonia un lavoro compiuto in una
terra sotterranea fatta di vetri, quindi
visibile nelle varie immagini nascoste ed enigmatiche. Il compito della poesia è
quello di saper dialogare con gli elementi metaforici del linguaggio di ogni
giorno in cui le ombre recuperano integrità, verità. Ognuno di noi può
incontrare il mondo in un atto amoroso.
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