Rassegna stampa - 30 maggio 2014 - Concerto Pozzuoli - Rita Pacilio Trio - Wite Chill Out, via Giacomo Matteotti, 48









Concerto Rita Pacilio Trio
E’ in programmazione, per venerdì 30 maggio, alle ore 20.30, al WHITE CHILL OUT di Pozzuoli, via Giacomo Matteotti 48 (Via, Napoli), una interessante performance poetico/musicale di RITA PACILIO TRIO.
Rita Pacilio sarà accompagnata al sax da Vincenzo Saetta e al piano elettrico da Antonello Rapuano.

La poetessa/performer beneventana proporrà le sue liriche musicate da Claudio Fasoli, da Antonello Rapuano, Massimo Colombo e da altri compositori di fama nazionale che hanno contribuito alla realizzazione dell’Album ‘Infedele’, disco che nasce dall’esigenza artistica di sperimentare la ‘contaminazione’ e/o la fusione della poesia con la musica jazz. Si tratta di una improvvisazione generosa e fuori dagli schemi convenzionali, libera da pregiudizi e da vincoli ‘fedeli’ legati alla tradizione.

Durante la serata si gusteranno le specialità culinarie della casa. L’evento è stato organizzato dal WHITE CHILL OUT in collaborazione con Giuseppe Vetromile ed Enzo D’Agostino.

Rita Pacilio, Poeta, Scrittrice, Collaboratore editoriale, si occupa di Poesia, di critica letteraria e di vocal jazz. È vincitrice del Primo Premio 2013, per la XXVII edizione, del Premio Laurentum per la poesia edita con l’opera “Gli imperfetti sono gente bizzarra” - La Vita Felice, 2012.

Sua recente pubblicazione è: “Quel grido raggrumato” - La Vita Felice, 2014 con cui conclude il discorso sulla denuncia dei corpi emarginati e ‘offesi’, vincitore del Primo Premio ‘Tra Secchia e Panaro Poesia Edita 2014’.

http://www.ntr24.tv/it/eventi/concerto-rita-pacilio-trio.html

http://www.gazzettabenevento.it/Sito2009/dettagliocomunicato.php?Id=69986&vcercaCom=&

http://www.oggibenevento.it/lartista-sannita-rita-pacilio-in-concerto-a-pozzuoli/

http://poesia.lavitafelice.it/news-recensioni-il-sannio-30-5-14-per-rita-pacilio-2719.html

http://poesia.lavitafelice.it/news-recensioni-ottopagine-30-5-14-per-rita-pacilio-2720.html




Poesia - 'Il giardino dei poeti' presenta la poesia di Rita Pacilio come impegno contro tutte le forme di violenza: la trilogia dei corpi offesi.

http://giardinodeipoeti.wordpress.com/2014/05/19/rita-pacilio/

La poesia come impegno contro tutte le forme di violenza:
la trilogia dei corpi offesi.



1. ‘Non camminare scalzo’ – Edilet Edilazio Letteraria, 2011

Non camminare scalzo è l’incontro con la sofferenza propria e dell’altro. Lo sguardo è centralizzato sullo spazio interno del proprio vissuto e la dimensione parola poetica permette di esprimere il senso di alcuni momenti della vita come esigenza di mettere a fuoco meccanismi interlocutori, seppur intimistici, per portare a nuove vie di unione concrete e sociali. L’altro diventa l’allarme di una comunicazione difficile con se stessi o che non avviene più … (dall’introduzione dell’autrice)


La memoria si fida di me ed io stringo i limiti, ritrovo
l’imbroglio, sento il tradimento.
Si arresta il dormiveglia, l’anima
superba beve birra e ammutolisce.
Nessuno chiede verso dove, verso quando,
verso chi lasciare cadere
queste mele marce. Il vento. Il vento asciuga
il sangue dal naso. Cosa ti porto?
Il mio orizzonte è tondo, sono di nuovo
al punto di partenza. Mi concedo.
Mi sono coricata sulle scale
tra i calcinacci del mio corpo
oro cado dall’intonaco nuovo
trapasso i muri con le ali.
Sono un fantasma incandescente
– ancora una volta –
il dolore impronunciabile
si sposta nelle ossa della gente.
Si paralizza nei figli bastardi
corre nei passi dei marciapiedi.
Se volessi separare l’unità
dell’infinito universo che sono
dovrei morirti mille volte ora
e trascinare la luce con me.
La morte cammina dentro al petto
come la tua lingua mi masturba.
Lo stupore dell’andare a tempo.
giorni fa c’era il sole sul tetto
un cielo rovesciato
ed io nella tegola riflessa.


2. ‘Gli imperfetti sono gente bizzarra’, LVF 2012

Poche opere di poesia mi hanno colpito recentemente come questa raccolta di Rita Pacilio. Un dolente e splendente diario, personalissimo, dove la forza dei versi fila, tesse e spacca la mormorazione in cui pure restano raccolti, pronunciati da quel luogo inespugnabile che è lo spazio dell’essere sorella. [...] Il libro è visionario e intimo, ma in forza di una speciale qualità di composizione e di concentrazione, evita tutti i rischi che si incontrano in un corpo a corpo così stretto con l’abisso. [...] la voce di Rita Pacilio viene da un luogo intimo e indifeso. La poesia-sorella non osserva, è una destinazione comune, un luogo carne sangue comuni e indivisibili. Un amore che è conoscenza. L’osservatore è in un luogo altro rispetto al gorgo, alla pena, la sorella no. La sorella, lei sola conosce. [...] Tutto il viaggio all’inferno, questa dura traversata, dove i versi sono d’una bellezza sfiancate e maestosa, hanno un centro di diamante, castissimo e brillante: «Ho parlato al tuo corpo fraterno». [...]
Pacilio mostra in questo libro una qualità di misura e di potenza emblematica che la accosta ad alcune voci della migliore poesia italiana. [...] se dunque si vorrà cercare un altro gruppo di pagine a cui accostare queste, per luminosa impenetrabilità, per rispettosa forza e arrendevolezza, si dovranno aprire le lettere di Paul Claudel alla sorella Camille. Anche là bruciava inintelligibile una fraternità scossa, devastata e pur incrollabile … (dalla prefazione di Davide Rondoni)


Si increspa il lago di Nemi
in un gesto di doloroso silenzio
a vederlo mordere nuvole
l’affanno arriverebbe in cima.
Salgono visitatori
in una strada scoperta riaffiorano
in mezzo alle piante
ragazze di colore nude a metà
pascolano paure
e cosce raggelate. E fissano
l’inquieta luce della sera
come fosse un contatto.
Chiedo perdono al mondo/ come lo chiedo a te/ per il mio peregrinare stanco/ per l’urlo muto/ per la corsa che mi affanna e dice./ Il destino è un cerchio senza fine.

***
Verso nord-ovest aumenta la scogliera
si arrampicano le acque
dove si posa la clemenza
le alghe consegnano umori tra dita.
Convulsi baci a pieni polmoni
all’abisso che rimane tra i denti.
I folli hanno labbra di rosa vermiglio
ginocchia conficcate nella gola
quelli del primo piano chiedono l’ora
collezionano dossi per l’inverno.
Scrivono sui marmi con il trucco
e sbavano meduse sul mento
quelli del secondo piano tremano
il morbo che cresce nell’addio.

***
È un morso prudente l’oscurità
un disegno fatto di assenze.
Si denuda l’incavo della spalla
svuotato dalla mano
come un gheriglio
una lumaca.
Amore mio io sono questa:
la bellezza del circo,
la colpa di aver gridato
nel tuo gambo mendicante.
O forse
l’inquieto participio
e l’ora scandita del risveglio.
Non capirò mai niente del nome della sera
dei lampioni spogliati come donne
e di te che ti sfaldi sul muro di casa.


3. ‘Quel grido raggrumato’, La Vita Felice 2014

La raccolta, che segue Non camminare scalzo e Gli imperfetti sono gente bizzarra, chiude una trilogia sull’inquietante e doloroso cammino attraverso i temi dell’emarginazione.
Il volume si presenta come un manuale del sopruso, contro chi ambisce variamente manovrare il corpo delle donne e dei fanciulli. Ovvero un trattato, balisticamente in versi, dove viene differenziato il mammifero maschio (e talvolta femmina) che la suddetta opera scellerata compie per piacere, lucro, lavoro, biologia, vendita carnale.
Il corpo poetico, in questo libro, ricerca, enuncia e precipita, in modo finanche notarile, la pratica maneggiona di coloro che si condannano per un realismo moralmente e socialmente insignificante.
Rita Pacilio, attraverso la poesia, nomina l’innominabile nella prospettiva dell’educazione, della rinascita, della ricostruzione. (dalla quarta di copertina)

***
Ci sono sentieri che nascondono l’inganno dei lastroni
e le mani dei padroni sono daghe, punte venute dall’est.
Inganna la zeppa nera, si abbevera alla macchia riccia di sole
scruta l’iride abbassata il sonno del cliente, antico padre.
Sono parole sacre le voci dei bambini, tiepide le fronti
eppure i glutei hanno croste, boomerang colpiti nel segno
fino ai fianchi pulsano inverni consumati domani
intorpidite le rupi si muovono come nembi folli le bufere.
Non si aprono fenditure ma canaloni indecifrabili
un lappare lento, immaturo
che giunge all’agitazione tra le natiche della bestia
nel luogo livido di pianura chiuso in quel grido raggrumato.

***
L’hanno tenuta in due come un foglio, un lenzuolo
i polsi e le caviglie erano in una forma che si stira
un mandarino intero riempiva la bocca e la gola
nel chiarore del vicolo divaricato fra le trombe d’aria
il suo esame di idoneità, la preparazione al primo
cliente la rendeva frutto acerbo del cactus
desiderato dalla censura di chi si apre i pantaloni
e spinge guardandosi intorno che sia coperto
dalla colpa che non si fermerà nella frusta dei reni
ma sintonizza il morso e il liquido che cola
dalle due bocche aperte lungo una linea comune
in quel triangolo nero da cui escono periferie e disordine.

***
Deve aver penato tanto nel rovesciarsi sfacciata,
pronta, passata in tutti quei giorni che sono ancora qui,
senza risate. L’hai accompagnata fingendoti sorpreso,
prato che ha sete incenerito dalla ripetizione delle regole,
spuma bucata schizzata sul vetro che stupisce appena
e impoverisce. Chiude.
Ogni rovina conserva navate sgretolate nelle notti paurose
dei motel addormentati dove finisce la tonalità romantica
e si inclinano le tracce opache, nascoste nell’elenco corretto.
Lì c’è stato il temporale dalle tinte ingenue, quasi monacali
la rabbia del video passava sullo schermo un pompino
fatto con la devozione del ringraziamento. Era stata un’altra
la prima della lista.
Chissà il colore dei capelli.
                                
                                                
Pacilio Rita è nata a Benevento, Sociologo, Mediatore familiare e dei conflitti interpersonali ha lavorato nell’ambito dello Sviluppo delle Politiche del Lavoro e nelle progettualità della Casa Circondariale di Benevento trattando il disagio sociale e la Prevenzione delle dipendenze.
Poeta, Scrittrice, Collaboratore editoriale si occupa di Poesia, di critica letteraria e di Vocal jazz
Pubblicazioni
• “Luna, stelle…e altri pezzi di cielo”; Edizioni Scientifiche Italiane –anno 2003
• “Tu che mi nutri di Amore Immenso” Silloge Sacra Nicola Calabria Editore (Patti, ME) 2005
• “Nessuno sa che l’urlo arriva al mare” Nicola Calabria Editore (Patti, ME) 2005
• “Ciliegio Forestiero” LietoColle 2006
• “Tra sbarre di tulipani” LietoColle 2008
• “Alle lumache di aprile” LietoColle 2010
• “Di ala in ala” (Pacilio – Moica – dialogo poetico) LietoColle 2011
• “Non camminare scalzo” Edilet Edilazio Letteraria 2011
• “Gli imperfetti sono gente bizzarra” La Vita Felice 2012
• “Il cigno del lago” Pulcino Elefante di A. Casiraghi 8 aprile 2013
• “Quel grido raggrumato” La Vita Felice 2014
Nell’agosto 2006 l’autrice presenta al grande pubblico il progetto “Parole e musica” – Jazz in versi: contaminazioni.
Discografia: ‘Infedele’ Splasc(h)Records

Premiazione - 'Quel grido raggrumato' di Rita Pacilio - LVF, 2014 risulta 1° classificato - sez poesia edita - XX PREMIO NAZIONALE DI POESIA “ TRA SECCHIA E PANARO” 2014

Primo Premio - Poesia Edita 'Quel Grido raggrumato' Rita Pacilio - La Vita Felice, 2014 - 'Tra Secchia e Panaro' XX Edizione 2014 Modena

Motivazione:
Le parole della poetesa Rita si innalzano prorompenti e analizzano dalle profondità del cuore alcuni temi che si estendono tra l'inquietudine, la sofferenza e l'emarginazione, aiutando il lettore a riflettere sulle situazioni che da sempre angosciano l'essere umano, in particolare di quelle donne e di quei bambini che, in molti paesi, perdono la propria libertà e la propria dignità vendendo o vedendosi mutilato il proprio corpo. Questa raccolta di Rita Pacilio diventa un canto propedeutico e un impegno pedagogico a combattere tutte le forme di violenza (e non solo quelle subite dalle donne africane del Mali), un canto pregnante di innegabile ricchezza di immagini che a volte sfiora la rarefazione di un quadro impressionista, di un luogo, di un volto, di una situazione della vita delineandoli in versi precisi e soffusi di vera e rara poesia.
Antonio Maglio




Le hanno insegnato l’arte di star muta.
Le hanno portato due maschi già duri e pronti,
mascherati. Poteva guardare senza lacrimare,
né ansimare, senza dire. Era negra.
C’era la nebbia in quell’alba di febbraio sul lago.

Le tragedie sono una farsa preparata, lei credeva
di saper morire in modo impassibile,
senza arrossire. I colpi sono rocce che reggono
ignoranza, generazioni che cadono a picco
negli abissi deformi della nevrastenia.

Il dolore esplode in una risata e ricerca il tremore
vuole l’immobilità dopo la burrasca.
E avvampava di pudore
nausea che mai intirizzisce la sua foglia al duello intimo
mai bastava il peso a penetrare la dignità ancora bianca. 


Rita Pacilio



http://poesia.lavitafelice.it/news-recensioni-primo-premio-tra-secchia-e-panaro-a-rita-pacilio-2668.html



Premiazione domenica 01 giugno 2014  ore 15,45  -
Presso Centro Civico - Via Marie Curie, 22/e  - Villaggio Giardino Modena  


Partecipazione - 30 maggio 2014 Pozzuoli (NA) - Rita Pacilio trio al White Chill Out

Rita Pacilio trio
Vincenzo Saetta Sax
Antonello Rapuano Piano
Rita Pacilio
Venerdì 30 maggio alle ore 20.30
al White Chill Out
via Giacomo Matteotti, 48 Pozzuoli










Partecipazione - Milano Festival della Letteratura - 6 giugno 2014: Pacilio e Fasoli: 'Il corpo offeso'





http://www.festivaletteraturamilano.it/salone/6-giugno-2014/



 http://poesia.lavitafelice.it/evento-milano-6-6-14-rita-pacilio-e-claudio-fasoli-il-corpo-offeso-1534.html



il 06.06.2014 dalle ore 18.30 alle ore 19.20 
Ex Fornace di via Gola, il 06.06.2014 alle ore 18.30, alzaia Naviglio Pavese 16, Milano

Festival della Letteratura Milano - Salone Piccola Editoria - RITA PACILIO: il corpo offeso; reading performativo con incursioni sax di Claudio Fasoli
La poesia come impegno contro tutte le forme di violenza. L’incontro con la sofferenza propria e dell’altro; lo spazio dell’essere sorella: un dolente e splendente diario, personalissimo, dove la forza dei versi fila, tesse e spacca la mormorazione; un manuale del sopruso, contro chi ambisce variamente manovrare il corpo delle donne e dei fanciulli. Rita Pacilio, attraverso la poesia, nomina  l’innominabile nella prospettiva dell’educazione, della rinascita, della ricostruzione.


Come arrivare:
Mezzi pubblici:
- Metropolitana Verde Linea 2, Fermata Porta Genova
- Tram n. 3 - 9
- Autobus n. 47 - 59 - 325
- In treno stazione P.ta Genova FS (Treno regionale Trenord)