Approfondimenti - Arte, misticismo e psicologia della percezione Di Rita Pacilio per EstroVerso In Cultura / 13 giugno 2013

Mondrian scriveva che bisogna guardare oltre l’apparenza delle cose concrete e materiche per poter vedere le forme universali. È compito dell’Artista dipingere le proporzioni universali perché in questo modo l’anima può tenersi viva ed elevata. Il tentativo è quello di astrarsi dal reale per far emergere la spiritualità di cui il mondo è intriso. Kandinsky considerava un’opera d’arte tutto ciò che suscita un’esperienza interiore delle leggi cosmiche. Anche se la psicologia, nel suo corso scientifico, non ha mai fatto riferimento al misticismo, alla morte di Wertheimer, suo figlio dichiarò che il padre considerava la teoria della Gestalt non solo come teoria della percezione, ma una religione onnicomprensiva. Infatti, Wertheimer era molto interessato alla filosofia orientale e alla mistica basando le sue idee sulla convinzione che il cosmo fosse percettibile, coerente e che le forme mistiche si potessero rivelare nei fenomeni visibili.
I neurologi o gli informatici si occupano, negli studi psicologici, della costruzione dei modelli e delle simulazioni digitali, ma non analizzano in che modo avvengono le percezioni di queste composizioni. Mentre lo psicologo si chiede se la percezione avviene in modo emozionante o in tensione, il neurologo si preoccupa di prendere in considerazione il sistema modulare con cui il cervello incamera le informazioni. È per questo motivo che gli psicologi sperimentali hanno instaurato un rapporto di ispirazione reciproca con l’Arte figurativa che si distacca dalla tradizione rinascimentale. Gli esperimenti sulla percezione della profondità spinsero gli Artisti a rifarsi alla figura-sfondo e alla sovrapposizione e unificazione dei piani. Molti Artisti astratti non riproducono, quindi, il reale secondo un’arte pittorica più naturalisticamente possibile, ma come Klee dichiara in modo efficace L’arte non riproduce il mondo visibile, ma lo rende visibile. La fenomenologia e la psicologia lavorano in parallelo con l’Arte astratta: palesare, attraverso gli esperimenti, le caratteristiche universali della realtà visibile. Mondrian, Klee, Kandinsky avevano in mente la visione pura.


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