Recensione - Rita Pacilio su 'Molto spiacenti sir' di Fabrizio Pittalis



Molto spiacenti sir di Fabrizio Pittalis
Commento di Rita Pacilio

Una lettura superficiale del lavoro Molto spiacenti sir, testo postumo, di Fabrizio Pittalis potrebbe indurre a pensare che le riflessioni poetiche o aforistiche dell’opera possano avere un aspetto espressivo laconico, quasi surreale nel suo umorismo secco e fascinoso. In realtà il lettore sensibile scopre altri significati apparenti e profondi di natura sociologica che supera il limite generazionale del tempo. Ci troviamo di fronte ad immagini  immediate, attuali, fotografate con gli occhi di chi del mondo ne ha vissuto e ne vive l’esperienza forte dell’unione e, allo stesso tempo, dell’abbandono. Lo stile linguistico classicheggiante e, nel ritmo, assolutamente punk/rok, raccoglie temi e osservazioni  dall’universo della comunicazione giovanile che pur sempre ripudia le mezze misure discorsive e diplomatiche finalizzate,  esclusivamente, alla limitazione del senso dialogico di ‘fare gruppo’.  Pittalis soffre la superficialità e la difficoltà delle relazioni umane: ci educa alla condivisione, alla comunione delle intelligenze per misurare, preventivamente, le risposte deludenti del sistema sociopolitico attuale e prevedendone la futura degenerazione culturale. La sperimentazione del ‘gioco delle parole’, teatralmente pronunciate, pareggia l’abilità della versificazione con la possibilità di palpare le intemperie del ‘reale’. I versi descrivono abilmente la dimora intima dell’animo umano prescindendo dalla temporalità e dallo spazio geografico: rimandano, nell’apparente labirinto del significato, ai poeti finlandesi o svedesi. L’intolleranza sociale e la voglia di sfuggire a schemi precostituiti enunciano un ‘fare’ giovanile che sfida le scritture più mature dei vecchi Maestri del ‘900. Il pensiero poetico è forte anche nelle sezioni in prosa in cui compaiono elementi, a prima vista, lontanissimi e tra loro incongruenti, estranei. Molto spiacenti sir costituisce la mirabile sintesi di un lavoro di scrittura ampio e disteso in cui il respiro dell’Autore diventa espansione cosmica.