Mi
fa male una donna in tutto il corpo
Di
Matteo Maria Orlando – La Vita Felice 2012
Commento
di Rita Pacilio
L’opera poetica Mi fa male una donna in tutto il corpo, di
Matteo Maria Orlando, contiene elogi d’amore narrati in versi limpidi ed
espliciti dedicati alla figura femminile, contraddittoria e multicolore, quale
musa di esperienze di dolore e di profondo piacere. La tematica sentimentale è
il sottofondo luminoso attraverso cui il
lettore può osservare il reale
individuando i propri percorsi emozionali. La Poesia non è l’espressione
immediata di un’emozione; è un’emozione esatta,
come diceva Eliot, proprio perché
reagisce alla critica immanente ed è chiamata a giustificare la propria necessità
(Massimo Cacciari). Matteo Maria Orlando colloca lo sguardo emozionale sull’anima
della propria amata per tracciare un percorso di levitas senza staccarsi dai luoghi e dalle cose del mondo. Come
tutti coloro che vivono il linguaggio poetico, l’autore non esaurisce il pathos
nel significato, ma si lascia appartenere,in tutta la sua essenza, dal logos
complice che conserva potenza e nobiltà filosofica: così io parlerei se potessi fare poesia (Eliot). I verbi
pronunciati, privi di retorica, sono quasi tutti al presente perché spingono
impulsi e immagini verso un moto in avanti, inteso come uno spazio fisico ed un
tempo storico nuovo, architettato con cura e simbolicamente, da chi scrive. La
poesia qui vuole significare esperienza del quotidiano sentimentale fissando
l’attenzione all’estetica reale che sembra allontanarsi dalla concezione della
poesia evasiva e oggettiva del primo Novecento. Il viaggio, in cui il lettore è
accompagnato, è un unico atto d’amore: un tragitto lungo vari registri morali e
di senso che confessano lo stato d’animo del poeta quale individuo immerso
nelle proprie sensazioni e che sa riconquistare l’energia in eterno movimento
del proprio corpo (Mi fa male una donna
in tutto il corpo – Borges). Orlando
comunica al lettore che la propria esperienza amorosa è aperta ad infinite
dimensioni culturali che dovrebbero valutarla come un campo ideologico in cui
l’universalità umana partecipa in modo totalizzante, senza porsi limiti, né
confini. L’io diventa noi ed ogni evento pronunciato esce dal
singolo per entrare a far parte di un coagulo di esistenze che comunicano e
ricercano, sorprendendosi, il senso della vita.
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