Recensione - R. Pacilio per 'Nelle tue stanze' - Progetto Cultura - Le Gemme a cura di Cinzia Marulli Ramadori - 2012






Nelle tue stanze
Marzia Spinelli – Progetto cultura, Le Gemme 2012 a cura di Cinzia Marulli Ramadori
nota di Rita Pacilio

Le immagini poetiche racchiuse nell’eleganza del verso utilizzato da Marzia Spinelli Nelle tue stanze, plaquette per Le Gemme di Progetto Cultura, a cura di Cinzia Marulli, penetrano i sentimenti oltre il visibile, il condivisibile. Al lettore/interlocutore viene affidato, abilmente, il senso compiuto di un itinerario emozionale e personale dell’assenza. La mancanza di un membro familiare e l’elaborazione dell’abbandono mediano, in poesia, l’accumularsi di diversi piani di ammonimento, analisi, scrupolosa considerazione del compiersi. Le regole retoriche del linguaggio si rassegnano di fronte all’ammasso di numerose voci invisibili e mai smarrite, vissute come tracce plausibili in continua osmós, "spinta, impulso’, per discernere l’atto della vita dal pensiero della morte. L’elegia del significato non ricade nella storia malinconica dell’esperienza personale vissuta dall’autrice, ma si veste di universalità narrante, trascrivendo le cose intorno a sé e dentro di sé come lettura filosofica del simbolo urgente e compagno di viaggio. Spinelli supera le distanze infinite comuni all’umanità, non si smarrisce di fronte alla Madre che vive luoghi e stanze colme di essenza e di verità: si colloca, invece, nell’equilibrio del pensiero del corpo dilatato (Josè Lezama Lima, Eugenio Barba) con la consapevolezza della figlia matura, che rinuncia, che comprende, che riconosce il ciclo vitale e lo accoglie. Gli ambienti sono i punti di partenza e di arrivo: il lettore viene coinvolto nella compassione attiva, un sentimento che in Oriente significa pregnanza empatica, che condivide, dunque simpatetico. I passi dolorosi del lutto traducono altre dimensioni e l’autrice sa contenerli in versi che non sfuggono alla bontà della poesia contemporanea. La celebrazione temporale e fisica del distacco rispetta la ricerca della continua protezione del sé spirituale/intimo per sottolinearne la presenza nel tempo di una memoria che presuppone il contatto con la vita. Non si frantuma il senso del dentro, né quello del fuori. Nelle tue stanze domina con maestria l’eterno esoterico, enigmatico rapporto corpo/anima a cui tende l’universo intero.

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