Recensione - Brindisi degli Angeli di Anila Hanxhari – La Vita Felice 2012 nota di Rita Pacilio




Brindisi degli Angeli
di Anila Hanxhari  – La Vita Felice 2012
nota di Rita Pacilio

‘Penso che la poesia debba essere innanzitutto utile … utile a tutta l’umanità, a un popolo, a una sola persona. Utile a una causa, utile all’orecchio’ (Nazim Hikmet); infatti, se il poeta, che vive profondamente la realtà del mondo, riesce a universalizzare il suo sentire, offrendolo ai lettori con generosità, compie una azione di utilità a tale concretezza. 
Brindisi degli Angeli di Anila Hanxhari  è un lavoro poetico, edito da La Vita Felice, che realizza lo scopo di voler comunicare, con un unico linguaggio stilistico, la totalità della vita vissuta attraverso il cuore/mente che ha spaziature geografiche dilatate e che è disposto a denudarsi delle forme di nostalgia legate al puro sentimentalismo. L’Autrice attraversa tematiche umane, la maternità, le distanze, l’amore, la fisicità, il soprannaturale, che aspettano l’acquisizione, la risoluzione e la completezza sui volti delle persone conosciute e sconosciute. Il dialogo con il mondo e le sue cose avviene in armonia portando con sé l’eterna speranza della comprensione, della giustificazione del male, della separazione implacabile dalle/delle radici. Appartenere e appartenersi è un sottile scambio di passionalità effimera e spesso dichiarata che si svela nella parola arcana amore. A volte è il tempo e la sua progressione accanita, inesorabile a contaminare la quiete e lo spazio doloroso in cui l’autrice si rifugia per discorrere, lontano dai pregiudizi e dal simbolismo del reale, con l’altro/lettore al fine di trovare il punto fragilissimo dell’unione. Anila Hanxhari  conosce bene le distanze e le coincidenze; condanna con forza la potente incomunicabilità sociale. Chiede soccorso e parere a Dio, che guarda e osserva il ciclo vitale, avvicinando alla croce l’esperienza mistica dei singoli uomini. È nella ferita, nel dolore che si possono trovare risposte: una specie di trasfigurazione della materia che rischia di deresponsabilizzare la condizione vulnerabile dell’uomo. Invece, l’autrice si mostra attenta a superare le banalità legate a scritture poetiche celebrative e si apre a destini più alti, più necessari per testimoniare che l’amore e il bene sociale (ben-essere: stare bene insieme) sono i punti cardini per raggiungere il rispetto di se stessi e degli altri.



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