Recensione - R. Pacilio su Marulli


Agave
di Cinzia Marulli Ramadori
Commento di Rita Pacilio

Ogni grande Poeta è in grado di aprire al lettore una stanza segreta in cui sono racchiuse le folgorazioni dell’esistente e il frenetico fondo enigmatico del suo sé, quasi sempre sfuggente e indicibile. L’orizzonte a cui si può attingere è un percorso narrativo polifunzionale che spesso ci fa correre un brivido lungo la schiena, perché è un cammino intimo e vulnerabile. Davanti a versi intrisi di emozioni personali e di immagini suggestive si subisce una ammaliante trasformazione e il lettore diventa autore: si entra nel personaggio, nell’estasi della parola, nell’intenzione del dire poetico, nel rito incantatorio o nel silenzio della voce multicolore accumulata lungo i disegni echeggiati dalla magia stilistica del verso post-moderno.
Le metafore diventano lo strumento per comunicare significati diversi: elaborare/trasformare conflitti interni e spigolosità quotidiane sorprendendo il mondo stesso e i suoi segreti in eloquenti collage di frammenti esperenziali di vita orizzontali, che da sinistra verso destra, scrivono uno schema sofferto, ma profondamente imbevuto d’amore, tanto quanto sa fare una figlia-madre o una madre-figlia o madre-natura a cui appartiene il mistero della vita intera.
Cinzia Marulli Ramadori nella sua riuscita opera prima Agave, ci dona un gomitolo di storie, una stanza in una casa, una casa in un giardino: un luogo in uno spazio ambiente-pianta che è uno spazio-tempo fatto di ambienti e distanze piccole-immense. Agave, la meravigliosa e fuggevole fioritura del tempo brevissimo di una pianta, è il semplice e naturalissimo fondale della vita di ogni giorno. Eppure la Marulli non ci trasmette ansia o preoccupazioni, i suoi versi non sanno di sconforto alcuno. Qui troviamo connotazioni accoglienti e rassicuranti, significati metaforici universali trasferibili a esperienze di vita calde in cui le movenze delle cose ci dimostrano che il Poeta dà voce, con guardo allegro e malinconico ad un tempo, alle ‘cose’ intorno, sublimando le pulsioni e i desideri in modo differente e inusuale agli altri esseri umani.
Il Poeta avverte la necessità di comunicare con le inquietudini fronteggiando e lottando contro barriere di pregiudizi e di regole: interagisce con un cosmo che racchiude molteplici mondi di , di bellezze, di vitalità e di realtà esterne che spesso sfuggono. Cinzia Marulli Ramadori utilizza tutti i sensi di cui dispone per relazionarsi con ogni ‘cosa’ che appartiene all’esterno all’altro da noi, per questo, attraverso  le sue pulsioni, ha saputo invitare la nostra anima, (radice, fusto e fiore) ad incamminarsi verso un dolore cosmico per scoprire, nel breve, ma meraviglioso tratto dell’Agave, lo splendore del paesaggio della vita.

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