Recensione - Pacilio su "Il pensatoio" di Michelangelo Camelliti



Il pensatoio’: luogo di ideazione e progettazione di Michelangelo Camelliti
visita a Faloppio (Co)
Faloppio 8 maggio 2011: entro per la prima volta in LietoColle, sede legale.
Qui la poesia diventa luogo e materia, corpo e anima, dove la versificazione edita è un focus a più voci e dove si sperimentano stati linguistici della poesia italiana (e non) postmoderna, in espressioni aspre e/o ermetiche e/o chiare e/o aperte. Entra nel naso l’odore del libricino da collezione e la sua poeticità, nella capacità di comunicare, tipica dell’appartenenza alla Casa.
Dentro, facendo solo pochi passi, si accede all’anima, unica, di tutte le creature lì vive e presenti; risiede, infatti, intorno alla creazione poetica, in una dimensione ‘per’ la poesia, il padre Editore. Il ‘pensatoio’ di Michelangelo Camelliti è un luogo difficile da penetrare fino in fondo: l’immagine produce una eco di atti di fede come propulsioni di una anima che pulsa e filtra pezzi di altre anime/vita. Non passa sotto silenzio l’originalità e la varietà con cui l’esplicito punto di vista dell’insegnamento di concentrarsi su progettualità ripercorre studi dilaniati tra oggetto e soggetto, come se al primo appartenessero le soluzioni per risolvere i casi della storia e al secondo quelle per rintanarsi nel sogno illusorio.
Il  rischio, però, che corre la poesia della fase postmoderna è continuare a fondere la sua fragile identità alla realtà editoriale, che mira morbosamente ad identificare vita e poesia. La modernità è inquieta e raccoglie vissuti emozionali che rispecchiano un sociale umanamente turbato e spesso deviato. Molti tradizionalisti non condividono il carattere poetico delle forme innovative di sperimentazione d’avanguardia adottate da Editori moderni che producono nuovi cataloghi letterari o nuove correnti letterarie creando tra Editore/Autore un nuovo senso interpretativo. Tuttavia, spesso l’Editoria, che lavora e produce poesia dei suoi Autori in modo serio, anche se in forma sperimentale e avanguardistica, riesce a separare il dalle ombre nefaste.
‘Il pensatoio’ di Michelangelo Camelliti, unisce il continuum progettuale che va dal 1985 ad oggi senza mai rinunciare all’inesorabile adeguamento collaborativo e all’innamoramento di aperture sui territori, che hanno reso il ‘movimentismo’ una conservazione della memoria in un senso di accrescimento di responsabilità e di impegno di diffusione della poesia.
Giungere a Faloppio è stato come essere arrivata sul fondo di un lago: lì l’illuminazione di tutte le cose, le pietre calcaree con il blu delle atmosfere imperturbabili che arriva al cuore degli uomini/autori in un modo miracoloso e senza confini. Sapere l’origine simbolica dello studio-monologo dell’Editore che annuncia gli accordi e i programmi editoriali, sapere quanto odore di pipa abbia avvolto e accolto la carta e la colla delle speciali parole di vita, di fiaccole, di ricordi che vengono da ogni dove ha acceso in me lo spettro della fiamma rivelatrice che dà spiegazione alle cose. Ho toccato con mano la passione per la cultura, le sue scelte, ma soprattutto, ho respirato la ‘creatività’ salutandola nel suo futuro e lungo pezzo di strada che ha ancora da fare qui.
Rita Pacilio
http://www.lietocolle.info/it/il_pensatoio_di_mic_r_pacilio.html

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