Rita Pacilio legge ‘Amare, null’altro’ di Lucia Pinto
‘Amare, null’altro’: una raccolta di poesie d’amore con un fascino ricco di contrasti e che nasconde una sottile inquietudine.
La Pinto ha scelto la strada prudente e raffinata per parlarci del gioco avvincente dell’amore raccogliendo ‘rigagnoli di parole’ per lasciarsi e lasciarci rapire dal ‘l’impeto dell’assalto’.
La continua ricerca dell’interiore non sacrifica l’ebbrezza dell’innamoramento
… ‘Dimmi che fai / con le mani nella scatola delle conchiglie…’
Il rapporto intenso con il dolore
… ‘Torno domani / col passo imperlato / al vecchio albero / con la favola intorno’
approda ad una forma di serenità che vuol significare curiosità incessante degli altri, assenza di turbamenti e di sentimenti dannosi.
… ‘Tanto poi qui / ci pensano le mani / a scorrere il velluto / tra le cuspidi / e sorridere / con la terra in bocca…’
Il valore sociale dell’AMORE ha prevalenza su tutto
… ‘il miracolo è il batter di ciglia…’
senza sprechi, senza che nulla sfugga ai momenti
… ‘Non ho tempo da perdere…’
La Pinto ci fa fare i conti con la precarietà del nostro equilibrio sempre sottoposto a mille pressioni e ci fa cedere alle emozioni profonde e non sublimate. Impariamo da lei a seguire, mano nella mano, una storia a due, con la freschezza di un cuore che, anche dopo una rottura, non è stanco di amare.
‘Del pianto in sogno nessuno t’ha mai detto…dal sole giammai stanco….sotto l’argilla brulla / di un mattino / che vuole gli occhi belli / come perle / e mani asciutte / per ammainar le vele’
Le stanze del nostro mondo emotivo sono attraversate da mani che danno la visione concreta che niente è staccato da sé. I pensieri si manifestano sotto forma di immagini con la consapevolezza che ogni lettore sa quello che prova e lo controlla fermando le esperienze che sta vivendo.
Il lettore respira, assapora un eros forte ma dissimulato. Si tratta di una testimonianza artisticamente vera, vissuta e sincera in cui convivono pacificamente il giorno e la notte come metafora dell’esistenza umana.
… ‘Mentre balbetto alla luna…e in certi giorni mi brucano le nubi….Innamorati del mattino….goccia di sole….concentrico si apre l’arcobaleno…l’imbrunire è superbo….nascosto / alla notte…
E’ come trovarci di fronte ad un lavoro grafico/pittorico in cui la mescolanza dei colori e dei toni è scelta con accuratezza e buon gusto.
Una leggerezza che si confronta, sullo sfondo, con un rapido tracciato spirituale come in una trama psicologica e concettuale ad un tempo. Non emerge una dimensione intimistica e sentimentale dell’Amore perché l’Autrice tende alla riflessione anche conflittuale e della messa in discussione di sé.
… ‘e colmo i pugni d’epidermiche locuzioni / e m’attanaglio in congiunzioni / calando un po’ da me…’
E si dona a noi con una densità di articolazioni visive che mettono in moto l’immaginazione di chi legge interpretando la realtà sulla scorta di ciò che è, piuttosto di ciò che appare.
Incontrare la Pinto e le sue parole è stato improvviso come certi incontri che arrivano nella nostra vita, inattesi e segnano momenti particolari del nostro divenire. A questo proposito Jung parla di sincronicità.
La sincronicità agisce come specchio dei processi intimi, creando forti paralleli tra eventi esteriori ed interiori.
Ecco perché, ce lo spiega Jung, in certi momenti della nostra vita incontriamo alcune anime e non altre.
Quel rendez-vous ce lo siamo preparati da tantissimo tempo.
Nello spazio di un incontro è racchiusa tutta la nostra storia.
E ‘Amare, null’altro’ adesso è anche storia mia.
http://www.lietocolle.info/it/r_pacilio_su_pinto.html
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