Recensione - Rita Pacilio su 'Lo zinco di Maurizio Landini - Marco Saya Edizioni 2012




 
Lo zinco
di Maurizio Landini – Marco Saya Edizioni 2012
nota di Rita Pacilio

Ogni libro di poesia comincia a definirsi dal primo verso e, per farsi armonioso e pieno di tensioni poetiche, dovrebbe restare integro nel valore significante fino all’esperienza estetico/emotiva dell’ultima riga. Questo accade per Lo zinco opera di Maurizio Landini, edita da Marco Saya Edizioni 2012. La sequenza dei versi costituiscono un’ ossatura di una colonna vertebrale poetica che avanza lenta e in modo inesorabile verso un’espressione asciutta e saramaghiana che fa vibrare la parola e il suo senso. L’autore non guarda alla vita in modo timoroso o negativo, ma ne osserva la sopravvivenza, vive con ulteriore semplicità, ciò che rimane oltre come conseguenza di attesa, dell’organica materia, rispetto all’inorganico in decomposizione. Eppure ciò che si chiude al mondo si trasforma ulteriormente in altra forma vitale: è la storia della poesia che rinasce, si ripete ed entra in allegoria con l’universo intero. Sembra che il tempo trascorra in relazione all’inesorabilità di un dolore dilatato nell’intimo comunque attraversato da una combinazione di rassegnazione e capacità di movimento naturale verso la vitalità,  verso tutte le forme di energie possibili. Ci vuole molta esperienza e molta consapevolezza dell’abisso per arrivare ad articolare imperativi razionali e forze emozionali continuamente declinate verso la nudità del mistero della morte! Tuttavia Torneranno vivi gli amori tenebrosi/che in mezzo agli anni lasciarono/una spina, torneranno, torneranno luminosi. (Milo De Angelis - Tema dell’addio)



 Maurizio Landini (Ancona, 1972) scrive poesie dal 1986; ha esordito nel 2011 con la silloge Permanenze lontane, per Edizioni della Sera. L’anno dopo è uscito l'e-book Esacerbo (Maldoror Press); sempre nel 2012, Marco Saya Edizioni ha pubblicato il libro Lo zinco. È creatore e curatore del progetto di poesia e immagine Versigrafìe.

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