Lasciati tradire
Claudio Moica e Luca Sacchetti
Commento Rita Pacilio
‘Lasciati tradire’ è un lavoro a quattro mani realizzato da Claudio Moica e Luca Sacchetti che si racconta a cuore aperto e con coraggio. Può essere definito un testo terapeutico psicosociologico perché affronta tematiche psicosociali come l’anoressia, i rapporti genitoriali, la famiglia, la famiglia allargata, l’integrazione multietnica, la solitudine sociale, l’emarginazione territoriale.
A compromettere l’equilibrio degli intrecci di ogni storia di ‘Lasciati tradire’ è la sofferenza inespressa: il sacrificio personale che ognuno ha archiviato dentro se stesso. Spesso diamo per scontato i nostri sentimenti e quelli dell’altro. Così quando affiora il dolore emerge con toni ricattatori come una ‘voglia di morire di fame’: un credito da riscuotere. Oppure i malintesi di una coppia in cui ognuno interpreta l’altro in base alla propria esperienza, al proprio vissuto familiare, al proprio passato. ‘Alla base del malinteso, dice Vignati (psicoterapeuta) c’è la scarsa comunicazione’, cioè non ci si ascolta. Raggiungere la metacomunicazione vuol dire ritrovare l’intesa iniziale: e il marinaio lo scopre partendo da se stesso, dalle proprie paure. E’ il vuoto e la mancanza dei gesti che lascia spazio all’immaginazione, all’insicurezza, deludendo le aspettative. E i viaggi dentro e fuori di noi o la ricerca altrove di noi stessi.
“L’esperienza del dolore è un fenomeno globale che prende sia la sfera fisica che quella psichica e culturale. “L’indolenza scientifica, la lentezza burocratica, il moralismo – quanti ammalati, quale moltitudine hanno penalizzato? ” [1].
Non si può prescindere dal Settore Sanitario quando parliamo di “dolore inutile” … Il dolore non è una fatalità, bisogna imparare a guardarlo in faccia e trattarlo. Questo principio non interessa solo il nostro corpo: … sono ammalati anche tutti coloro che non hanno voce nella famiglia o nella società, coloro che sono a rischio di esclusione sociale o già esclusi, che vivono la precarietà delle relazioni umane. E’ necessario lo sviluppo di una cultura che dia ampia attenzione a queste esigenze; c’è bisogno di un orecchio che ascolti le parole indiscrete e i silenzi… è necessario dare risposta alla situazione di sofferenza psicologica che porta con sé l’incertezza del futuro con serie distorsioni delle aspettative e delle proiezioni della realtà…. Bisogna saper ascoltare il dolore fuori di noi e quello dentro di noi. Se si evita di parlarne non si risolve il problema…ma acquisire la capacità di far pace con il mondo fuori attraverso il percorso fatto dentro.” (“Quaderni del Centro Studi di Diritto dell’Università degli Studi del Sannio: “Al di la delle parole” a cura di R. Pacilio) Sembra indispensabile liberarsi degli stereotipi e ritornare agli archetipi junghiani, quello della nostra essenza primitiva. I personaggi di ‘Lasciati tradire’ ci insegnano attraverso le loro fragilità umane a spogliarci di tutti i condizionamenti della società moderna e a condividere con loro momenti di vita per ritrovare contatti autentici con l’energia interiore. L’inquietudine lascia sempre un discorso in sospeso e trasmette un disagio più o meno visibile che confonde il lettore/attore spesso in bilico tra finzione e reale. Così il tempo per amare dilata il tempo per vivere. Fino alla fine. Come il cammino più o meno burrascoso fatto di luci e ombre tra il destino della figlia e il suo rapporto con la madre. L’adolescenza, la fase del distacco sia fisico che psicologico per conquistare la propria autonomia, il cambio dei ruoli con la maternità. Complicità, gelosie, amori, rapporti conflittuali, come un punto di partenza e di arrivo. Punto indissolubile da cui può nascere autonomia o una prigionia. Il dialogo con la madre può permettere anche la magia di risolvere un rapporto conflittuale mai comunicato con il padre.
Non bisogna mai sentirsi colpevoli dei propri errori e delle proprie fragilità! E’ la stessa psicoanalisi che ci insegna a non rimuovere o cancellare gli errori commessi nonostante la famiglia o la società ce lo impongono perché prima o poi questi riaffiorerebbero con maggiore forza e con sofferenza. Sappiamo che dentro di noi dobbiamo imparare a far spazio a tutto venendo a patti con noi stessi: un compromesso che viene a sondare il nostro mondo emozionale. Gli strumenti sono la gentilezza, il silenzio, la lentezza, il dono, l’amore, l’abbandono; ecco perché Rousseau diceva che ‘nel frastuono delle passioni non si riesce a sentire niente’.
‘Lasciati tradire’ è un messaggio di saggezza. Ogni intreccio doloroso lascia distanze accorciate. Spazi emozionali. Viaggi interni, terre, mari, itinerari, ricerca di se stessi. La sfida di imparare la sconfitta. Il piacere di condividere dualismi. Stabilire le priorità. Risolvere i conflitti nella prospettiva della bellezza interiore come unico motore possibile che ci aiuta a rialzarci per ritrovare altri percorsi. Strade diverse.
Rita Pacilio
http://www.claudiomoica.it/
[1] S. Zavoli, Il dolore inutile. La pena in più del malato, Garzanti Libri, Milano, 2005
...tradire è un sentimento, è un modo per manifestare un'emozione nelle mani dell'altro, è un atto di coraggio per colmare una mancanza, è un sogno, un tabù infranto, è il piacere sottile di volersi bene, lasciandosi tradire.
RispondiEliminaCiao Nando, il discorso dell'infedeltà e del tradimento è molto complesso e a volte anche fuorviante a livello psicosociale. Credo che principalmente bisogna non infrangere mai il patto di coppia. Non bisogna mai perdere la stima nell'altro se si investe nel 'rispetto'! Certo c'è sempre il rischio di una frattura all'interno che appunto serve a definire fino a dove ci si può incamminare insieme, ma avere un sistema di valori condiviso e un progetto di vita comune allontana ogni effetto negativo dell'infedeltà che è assolutamente cosa diversa dal tradimento. Il tradimento c'è ogni qual volta si esce dal terreno di fiducia reciproca. Grazie Nando di esserti fermato qui....compra il libro....ne vale la pena!
RispondiEliminaRita