Recensione - Pacilio su Moica 'Angoli nascosti' - Poesia - Briciole di te



E mi accorgo che gli occhi
sono briciole cadute da te
mischiate a spezie dimenticate
mentre scorrono il resto delle ore.


Quando eri corpo nel mio
coltivavi petali di momenti
senza che le parole nascessero
abbandonate nel giardino solitario.


In questa vita sbagliata
sei il nome che conosco
e non rinuncio a pronunciarlo
nelle storie raccontate all’alba.


Ora che sei luce nelle stanze
sfiori il mio rosario abbandonato.
Ho smarrito la preghiera del  respiro
e i giorni di febbraio vivono nel sogno.


Un unico pianto
mentre i passi diventano cenere
le mie mani inchiodate al palo
voglio il dolore ricordo del tuo bene.

BRICIOLE DI TE di Claudio Moica. © Tutti i diritti riservati.



Commento poetico di Rita Pacilio
su 'Angoli nascosti' Il Filo di Claudio Moica


Il lettore di fronte ad una pagina elabora un peculiare metodo di trasformazione in fiction delle proprie esperienze personali e al di là delle scelte stilistiche e narrative di volta in volta cercate e sperimentate, trova un modello psicologico di reinvestimento affettivo basato su una ricombinazione relazionale che lo trasforma sia a livello corporeo che a livello comportamentale.
E' importante il confronto con il 'libro'.
Il Poeta ha la potenza di sfidare, insistere. Propone in modo consapevole il suo 'vedere'. Il Poeta guarda il mondo e lo celebra.
L'ispirazione nasce sempre da un contatto, da un incontro, da un sorriso o da una lacrima. E l'emozione deve essere lasciata libera di andare perchè nulla ci appartiene e tutto ci è donato.
Belle le descrizioni esistenziali e sociali! Liriche che mettono in discussione la crisi dei ruoli. Tracciano emozioni alla frontiera di noi stessi. I particolari non sono invadenti, rumorosi o aggressivi. Il lettore legge la quotidianità, il momento in cui si ritrova. Una cifra elegante e accattivante. ‘Immergiti/ senza respiro…/

Succede ancora.
.
Un particolare rilievo hanno in questi versi le forti emozioni intese come "formidabili catalizzatori del mutamento sociale" e come vettori di reintegrazione del Sé.
Mi sembrava di rileggere qualcosa di Ballard.... Prendersi una pausa da tutto.

Assaporare la bellezza e il flusso dei nostri pensieri. Il camminare lento delle nostre pulsioni amorose. L'intuizione e ogni emozione. ‘Il mio volo/senza verso/…’
La malinconica consapevolezza del mutamento del mondo. L'irrimediabile deteriorarsi delle cose come una minaccia, una apocalittica atmosfera che imprigiona il 'progetto' universale. Ed il poeta è il filtro. ‘Ascendi negli angoli del cuore’
L’Autore ha la necessità di chiudersi in se stesso e nello stesso tempo di aprirsi al mondo. E di 'sentire' le azioni degli uomini concedendosi il permesso di esprimerle. E' a luci spente che emerge l'essenza vera e intima che include le parti taciute, negate, nascoste ma fortemente autentiche. …’di noi/ che giocavamo alla vita…’
Mi porti dove si quietano e rinascono tormenti.....dove i silenzi crescono nel vuoto. Precisi come i sentieri tracciati. ‘ Disteso tra i filari dell’uliveto/aspetto il giorno/profetico ricordo di pace’

L'armonia spesso non è nelle cose che appaiono.....l'abitudine ci fa perdere molte opportunità mentre la presenza di qualcuno è in grado di cambiare il corso di un'esistenza. E i codici della società o del destino a volte sono imposti......e noi? Neppure siamo in grado di modificarci al meglio. Restiamo lì a guadare.

2 commenti:

  1. Grazie Rita per tutte le belle emozioni che mi fai vivere con le tue recensioni!!

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  2. Claudio caro, il nostro duettare in versi ci ha insegnato a comprendere, a saper accogliere lo stato emozionale dell'altro: siamo stati molto fortunati! Grazie per quanto continui a donarmi....i tuoi versi sono continua emozione per me...

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