Recensione - Prefazione di Rita Pacilio 'Centellino amore' E. Meloni' LietoColle

Foto E.M.



Prefazione
 ‘Centellino amore’ è un canto che abbraccia latitudini intime e sociali. E’ un impegno maturo che testimonia i valori della vita.
che ogni giorno
indicavi fermo
principi e valori
E’ una memoria storica delle problematiche ideologiche ed esistenziali dell’uomo contemporaneo che attraverso il vissuto emozionale dell’Autore defluisce verso la speranza della rinascita.  La genuina valorizzazione della cultura tende a dilatarsi sulla macro esistenza senza delimitazioni di confine.
e tu
mio figlio
studiando sodo
 Ennio Meloni osserva il contesto socioeconomico e ne descrive spazialità, temporalità e valenza sociale.
A te
che ved’ancor tornare
dalla miniera stanco
 Lo sguardo sociologico del Poeta traduce stati d’animo in messaggi educativi. La memoria personale diventa memoria collettiva. Le voci che coesistono nell’io poetico si fondono ed il verso diventa fecondo di influssi letterari.
 Ennio Meloni filtra in modo profondo le letture della poesia sudamericana. Si lascia affascinare dai timbri e dai registri nerudiani. Ci rimanda all’impegno civile e ci esorta alla coscienza vigile. Esalta l’eros romantico attraverso una identificazione geografica: amore e paesaggio.
 che il tuo sole
buchi la notte
  Così diventa facile ri-trovarsi nel ‘Sonetto dell’amore totale’ o nel ‘Per vivere un grande amore’ di Vinicius De Moraes: (Per vivere un grande amore è molto, molto importante vivere sempre assieme e, se possibile, morire insieme, per non morire di dolore)
abbandonandoci la sera
sullo stesso cuscino
per parlare all’alba
dello stesso sogno.
 Il lettore interagisce con la filosofia dell’Autore che sembra più vicina al modello asiatico che non a quello occidentale. Meloni non sacrifica la visione d’insieme, ma, come gli orientali, dà estrema importanza al contesto in cui il problema o l’oggetto di indagine sono inseriti. Non si sofferma sulle singole parti del sentimento. Non ci mostra solo le sfumate sfaccettature. Cura la sua interezza. Chiede il conto ad una storia che coinvolge mente e fisicità, rassicurandoci. Senza enfasi, quasi sottovoce.
 Ci rinvia a Gabriela Mistral quando  parla alla madre. Amata, stimata, adorata, la figura materna diventa testimonianza del sapere quotidiano e dei segreti metaforici.
A quello scricciolo di donna
segnata dal tempo dalla fatica e dalle lotte
e ci permette di assaporare versi che sanno di memorie di casa
pace di pelle
di miele e di pane
echeggiando la poesia di Carmen Yànez.
  Ennio Meloni sa come portarci per mano lungo la strada dell’Amore completo. Ci insegna a sviluppare una qualità importante: la resilienza. Attraverso il suo canto vuole che la nostra volontà persista nella scelta consapevole costruttiva al fine di raggiungere obiettivi senza farci abbattere da alcuna avversità. Consiglia al lettore le carezze donando alla nostra autostima gesti e parole di affetto che pure sanno quietare:
pace di parole sussurrate
di carezze
a confermare
a rassicurare.
 Le immagini descrivono un amore nuovo e agognato come fonte risanatrice. Si vestono di un linguaggio – l’ibridazione della forma di Gonzalo Rojas - che congiunge il quotidiano al poetico, la materia allo spirito:
gli occhi e le orecchie
sanno ancora di te
ma le dita
la bocca…
 Il Poeta non sfugge al tempo e si nutre di ricordi secondo una giusta misura, è padrone della sua esperienza. Si tratta di un tempo leggero, che non ha lasciato cicatrici, che sa di meriggio, che cammina avanti, che non dissolve le vivide cose:
Ripenso
a quel poggiar le dita
su un finestrino
modella il suo essere ad un tronco mostrando il suo petto nudo che nelle sue mutazioni oltre ogni tempo si alza di armonia e verità:
Osservo le mie braccia
come rami rinsecchiti
che inseguono
il cielo
 Il suo è un dialogo che arriva direttamente alle radici. L’Autore scava una buca nella terra, a fondo. Innaffia il suo amato terreno perché possa meglio aderire all’albero da piantare. Poi nutre la terra fresca con foglie ingiallite perché non arrivino erbette nocive a togliere nutrimento alla pianta nuova.
 Diventa lui stesso albero, ginepro, forte, resistente alle intemperie. Sopravvive per vivere pienamente il suo ‘voglio’. Ha bisogno di sole, di acqua e di luce notturna. Vuole veder crescere il suo tenero amore nelle prime gemme dischiuse.
 Centrale il segno di fiducia, di estrema speranza che l’Autore vuole lasciarci per l’avvenire: Ennio sa che quella presenza viva richiamerà un giorno il ricordo di chi ha dialogato tra terra e cielo palpitando come un fruscio di foglie.

Rita Pacilio

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