Intervista - Rita Pacilio per Il Sannio Quotidiano, sabato 22 novembre 2014
*Alessandra Renis
Rita Pacilio si rigenera e propone ai suoi affezionati lettori nuove proposte e interessanti iniziative culturali, tutte da vivere e da ascoltare. Sempre alla ricerca di di spazi da definire e di innovative sfide da proiettare verso il mondo, Rita Pacilio è stata ospite a Milano alla Biblioteca Vigentina a presentare un'anteprima dello spettacolo, tratto dal libro di denuncia sociale 'Quel grido raggrumato'. Una performance poeticomusicale che ha già ottenuto il plauso del pubblico meneghino e che la poetessa ci spiega in questa anteprima.
Rita Pacilio, poetessa, scrittrice, jazzista. Un fermento culturale che a volte le 'pesa' perché?
"Qualcuno
pensa che con la mia creatività poliedrica io voglia dimostrare a tutti i costi
e soprattutto a me stessa, che sono la ‘numero UNO’. In realtà ho sempre voluto
esprimere e rappresentare questa forza potente e guerriera sannita che ho nel
dna cercando di avere un atteggiamento di grande sfida nei confronti delle mie
capacità.
Ho
affrontato le mie idee estrose da un punto di vista critico e ironico
aggiungendo allo studio tasselli fecondi, impensabili, suggestivi e consentendo
al pubblico che mi leggeva, ascoltava, partecipava, di esortarmi e di
supportarmi nel percorso artistico.
Gli
incoraggiamenti e le critiche sono stati compagni di viaggio sinceri e mi hanno
spronato a fare sempre meglio. In realtà non ho mai cercato di gareggiare con
altri; per un fatto caratteriale non ho puntato a dare di più per superare
colleghi o raggiungere podi. Tutto il mio impegno era ed è concentrato verso
l’obiettivo primario che è racchiuso nel semplice motto ‘fare piano e bene per andare
lontano’ come una filosofia di vita. Il percorso di crescita nell’arte è lungo
e faticoso, infatti studiare e impegnarsi seriamente e senza scoraggiarsi è
difficile. Andare avanti tra tanta falsità e ipocrisia (nel mondo artistico
esiste molta competizione) è complicato, ma gli obiettivi sono sempre stati
l’unica cosa che avevo ben presenti come unico punto di arrivo."
Ma entriamo nel vivo della sua iniziativa culturale. Di che si tratta?
" Una nuova performance poetico-musicale tratta dall'omonimo libro di poesie 'Quel grido raggrumato', edito La Vita Felice, 2014. In questa performance come nel libro c'è un impegno socio-poetico concentrato sulla denuncia della
violenza dei corpi usurpati, violati e oltraggiati dalla società, essa stessa
‘corpo vittima/carnefice’ di una macchina viziosa in cui la solitudine
dell’essere umano è la gabbia alla quale si è paradossalmente abituato e di cui
si è rivestito. Porto in scena i versi del mio libro, in un monologo che ho
dedicato ‘a chi rinasce, nonostante tutto’. È attraverso la poesia, infatti,
che nomino l’innominabile nella prospettiva dell’educazione, della rinascita,
della ricostruzione. Il corpo poetico, in questo libro, ricerca, enuncia e
precipita in modo finanche notarile, la pratica maneggiona di coloro che si
condannano per un realismo moralmente e socialmente insignificante. I movimenti
scenici saranno affidati a StudioDanza94."
E' stato presentato e quando lo porterà nel Sannio?
" Anticipazioni
di questo spettacolo sono stati già presentati a Milano e in altre città
italiane e in una videoclip. Vorrei, comunque, precisare che non sono una
regista e che non sono una attrice, ma sono una autrice che porta sulla scena, in
modo performativo, i propri testi avvalendosi delle proprie competenze
acquisite durante il percorso di studio riguardo alla tecnica vocale e che si
avvale di collaborazioni professionali. È la poesia la protagonista e la forza
di tutto lo spettacolo che spero venga accolto come corpo poetico in movimento.
Lei spiega bene di non essere una regista ma c'è un sogno nel cassetto. Ce ne può parlare?
" Grande
gioia per me se un Regista prendesse in seria considerazione il mio lavoro, per
il momento sono i miei libri a salire sul palco e io li accompagno. La mia
recitazione, di cui si parla spesso, l’intonato/parlato/recitato
(sprechstimme, dal tedesco: ‘voce che parla), è una tecnica che ho
acquisito da vari studi dodecafonici e che è ormai diventata un mio stile
performativo vocale. Qualcuno mi dice: ‘reciti alla Carmelo Bene’ perché la
musicalità della mia intonazione recitativa ricorda quel tipo di ‘dire
recitante’. Un grandissimo onore per me! Non ho la pretesa, però, di imitare o
rappresentare nessuna scuola di recitazione o di registi o di artisti, voglio
sottolinearlo ancora una volta: le mie performance nascono dalla mia poesia e
dalla musica che ne è intrisa e dalla mia interpretazione che scaturisce dagli
studi musicali intrapresi con il jazz. Vorrei fosse ben chiaro a tutti che non
ho intenzione di rubare il mestiere a nessuno, né ho voglia di ‘improvvisarmi’
in ruoli professionali che non mi appartengono. Le conoscenze/competenze le ho
acquisite con sacrificio e nel corso di anni di approfondimenti sapendo bene
dove volevo andare e avendo la consapevolezza di quali fossero
le mie potenzialità, riconoscendo i miei limiti e le professionalità di
ciascuno."
Personalità Poliedrica e professionalità multiforme ma sempre con i piedi per terra. Qual è la sua migliore qualità?
"Penso che lo studio, la
determinazione e la voglia di puntare sulle nostre capacità sono tutto ciò che
abbiamo, poi il resto è il mondo: e il mondo è volitivo, frivolo, a volte
cattivo, bugiardo, maligno, ma anche stupefacente, meraviglioso. Vorrei sempre stupirmi
in positivo e 'camminare' fiera di me in questo mondo. Lo sarebbe anche mio
padre, se fosse qui. Un saluto di stima e di affetto a voi tutti". Rita Pacilio
http://poesia.lavitafelice.it/news-recensioni-il-sannio-22-11-14-intervista-a-rita-pacilio-3318.html
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