L’amore casomai – racconti di Rita Pacilio LVF, 2018
In questo libro, la vera forza e, se vogliamo, la vera cifra è una
tensione sospesa. Anche in questa risoluta brevità attesa, in questa visione,
ogni dettato cerca la materia e il gesto vivente, come se fossero unica stoffa
e materia di sogno d’amore. Queste storie mi ricordano il tessuto umbratile di
Carver, sembrano quasi raccontare le linee dell’umano, partendo da gesti,
commozioni, abissi e riparazioni. I silenzi, i labirinti, le paure, le lacrime,
concorrono a una dinamica di bellezza e precipizio, come se fossero anafonesi
di dolenza e stanze vuote, radici e incanto. E racconta la natura del respiro,
genesi e archetipo dell’essere. Come meraviglia, innanzitutto, parola del cuore
sfilato, fondo, benedetta maledizione, pelle.
Andrea Galgano
Luna nascente bacio a ponente
Si innamorò della sua ruga,
quella che porta tra gli occhi, un po’ più su del naso. Era in quel posto che
le veniva bene la rabbia e il godimento. Lì, nello spartiacque dei pensieri.
La baciò.
Le diede un bacio come si fa
con i bambini, a schiocco, a mordere le guance, con la saliva per pregustarne
il sapore interamente. Per entrare. Si fece spazio in quel sentiero aperto.
Rimase immobile giorni interi. Di schiena al mondo si innamorò di mattina, nel
giorno della luna nascente.
E fu presagio del dire.
Una parola buona. Solo una.
***
Questa via che porta
Le
devi dare un nome.
Un’intensità
privata come la cosa che guardi nelle tempeste.
Se
fossi stata lei sarei sparita, non avrebbe avuto importanza
la
domanda alle due di notte. Se fossi stata lei avrei avuto
decenza
capito
il momento buono per smettere il gioco delle parti.
L’immagine
di me l’unico piatto della bilancia.
Lo
sapevi?
Se
fossi stata lei avrei morso l’erba, avrei pianto come unico
animale
della terra. Avrei rallentato il passo dell’addio.
Sarei
stata zitta dietro le quinte. Avrei tolto il saluto agli sconosciuti,
baciato
il Cristo che amava.
Invece
sono io. Sono io. La penitenza della tara.
***
Finirsi
Per dinamismo. Finire l’orgoglio nell’imprecazione. La
mimica facciale. Avrebbe dovuto incontrarla sotto casa. Ma l’erba morta perse
lo smeraldo nel sole. Con la carta scottex ripuliva la mela già lavata. Non si
può aggiungere niente a ieri. Una bancarella vendeva tazzine di porcellana,
stile inglese. Più in là, la prima edizione di Ossi di seppia. Via Roma,
qui. Dopo cena. La tavola apparecchiata.
***
La stanza vuota
Vedere le cose con gli occhi ovunque, anche nei piedi.
Dimenticare, un pezzo per volta. Difendersi con il silenzio. Lui non chiama,
non risponde. Il silenzio e la condizione. Entrare in uno stato di grazia
naturale. Riporre la coscienza nell’incosciente visione dell’orizzonte. Gridare
senza suoni, un’emissione di vomito, turbinio di parole che da dentro fuoriesce
e svuota. E ci si immola. Dal balcone il custode riempiva di terra fresca i vasi.
Camminava da solo per la casa. A ogni quadro recitava un verso. In mano un
bicchiere vuoto. Nell’altra la sigaretta spenta. I piedi divennero radici.
Parlavano i rami. I presagi e la clorofilla. Le spine. Ci sono cose che devono
avere molta importanza per questo motivo diventano insopportabili. Lei era
importante. Lui lo sapeva.
Lei sul divano sgranava il rosario.
Ho fatto l’amore con te.
Ti ho tradito perché non te l’ho detto.
Un affamato che non trova cibo.
Un assetato.
Vagare tra le lenzuola
percorrere la schiena.
Saperla.
Affondare in sé la nave.
Fino in fondo.
Desiderare l’arrivo.
Rubare labbra a morsi di parole.
Chiamarla amore. Amore mio.
Fare.
Tra
questi alberi, sotto queste pietre nere qualcuno si e amato.
Rita
Pacilio (Benevento 1963) è
poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare,
si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di letteratura per
l’infanzia e di vocal jazz. Curatrice di lavori antologici, editing,
lettura/valutazione testi poetici e brevi saggi, dirige per La Vita Felice la
sezione ‘Opera prima’. Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e
coordina il Festival della Poesia nella
Cortesia di San Giorgio del Sannio. Sue recenti pubblicazioni di
poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La
Vita Felice 2012) risultato vincitore di numerosi Premi, tra cui Laurentum
2013, è stato tradotto in francese Les imparfaits sont des gens
bizarres, (L’Harmattan, 2016 Traduction en français par Giovanni
Dotoli et Françoise Lenoir) e per Uet Tunisi la traduzione in lingua araba (a
cura del Prof. Othman Ben Taleb), Quel
grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per
obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015), Prima
di andare (La Vita Felice, 2016). Per la narrativa: Non
camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria, 2011). La
principessa con i baffi (Scuderi Edizioni, 2015) è la sua
fiaba per bambini; Cantami una
filastrocca è un quaderno operativo per la Scuola dell’Infanzia (RPlibri,
2018) e ‘La favola dell’Abete’ la sua storia per la magia del Natale. È stata
tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo,
in catalano, in napoletano. A marzo 2018 la pubblicazione dei racconti in prosa
poetica: ‘L’amore casomai’ (LVF).
https://parolapoesia.blogspot.com/2019/03/andrea-galgano-legge-lamore-casomai-di.html?fbclid=IwAR0JS5iHbcbqv3aOqeIh5SowPm7-OPtZDBpFgFDIl-x1GE4SOeicEjXtuf0
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