Landai, rubrica di Marco Ribani: Rita Pacilio.
1 marzo 2014
Fotografia di Ennio Meloni
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Filati di fiamma a fiotti
irrimediabili riflettono questo blu.
irrimediabili riflettono questo blu.
Smaglia il legno possibile
l’occasione buona per galleggiare coste.
l’occasione buona per galleggiare coste.
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Ogni colpo impala labbra
spaccate, il volto parla senza la schiena.
spaccate, il volto parla senza la schiena.
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La traccia s’allarga nel tempo
manda giù piedi nel silenzio che sgomenta.
manda giù piedi nel silenzio che sgomenta.
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Non può sciogliersi negli alberiil rancore della bora, rovescia specchi.
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Spinge veloce nella pancia
offende larghi mari consumati, stanca.
***offende larghi mari consumati, stanca.
Il movimento terribile del castigo
mortifica ventri finiti.
mortifica ventri finiti.
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La ferita dei fulmini
esce dalle foglie e cade dalle mani.
esce dalle foglie e cade dalle mani.
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Come per allungare il collo, il fianco
s’improvvisa madregabbiana.
s’improvvisa madregabbiana.
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Cosce in posizione nervosa, di spavento:
il coperchio strepita, chiude.
il coperchio strepita, chiude.
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Non scompare dal mondo il singhiozzo grasso
è nausea furibonda.
è nausea furibonda.
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Colora questi suoni lunghi
l’ultima precipitazione di nevischio.
l’ultima precipitazione di nevischio.
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Cola il castigo straniero
lì tra le pieghe lo sputo, lo scherno caldo.
lì tra le pieghe lo sputo, lo scherno caldo.
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Indossa tordi, capinere
ogni canto che non sa morire nel vento.
ogni canto che non sa morire nel vento.
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Sono parole perforate
quelle che toccano gli occhi di diouomo.
quelle che toccano gli occhi di diouomo.
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Si conficcano nella nebbia
la ragnatela, la montagna, ogni luna.
la ragnatela, la montagna, ogni luna.