Recensione - nota critica di Rita Pacilio per 'Sintesi additiva' di Carlotta Pederzani - LVF 2013



Sintesi additiva
di Carlotta Pederzani – LVF 2013
Nota di Rita Pacilio

Sintesi additiva, titolo della raccolta di poesie della giovanissima autrice Carlotta Pederzani, uscita a giugno 2013 per i tipi editoriali LVF, presenta notevoli peculiarità esperienziali della materia poetica tanto da avvolgere il lettore in una vertigine bipolare: movimento ed estasi. L’opera si distingue per un bagaglio intellettuale che si dirige verso più stratificazioni: dalla parola d’arte all’immagine intertestuale che arricchisce e personalizza il dire poetico. Coesistono, qui, più voci in una modalità ingegnosa, asciutta ed elegante: la sapienza della versificazione si fonde con la sensibilità feconda e precoce dell’autrice. Come una ruota dentata, le pagine di questo volume lasciano un modello di stile, un codice identificabile. Questa silloge conserva della precedente scrittura, infatti, non solo alcune pagine rivisitate, riproposte, ma, soprattutto, la capacità liberatoria e lo sguardo obliquo al bagaglio letterario che è saldo supporto agli elementi del vissuto poetico. L’autrice non si preoccupa di sperimentare il verso, ma lo propone con la forza filosofica del concetto senza farsi incantare dalla ricerca degli estetismi, spesso, privi di significato. La figura femminile è un importante elemento catalizzatore che media tra il dentro-fuori, la realtà-finzione, la presenza-mancanza: Pederzani si avventura, così, per sintesi additiva, in un percorso interiore che si sposta in profondità su uno spazio reale in cui i fatti umani, i gesti hanno una funzione limitante e rifrangente della complessità umana. Le tematiche riflettono sul tempo e sulla peregrinazione emozionale ecco perché sono interpretate come segni, non solo fittizi, ancoraggi e riferimenti del quotidiano vivere, sentire. Il passato e il presente fanno parte di un continuum: il  dialogo è tra l’effimero e ciò che diventa possibile. L’io poetico si pone tra le varie coppie oppositive osservandone il mutevole rapporto, la contrapposizione e la similarità degli intrecci: gioventù-vecchiaia, mattino-sera, clamore-silenzio o luce-oscurità diventano la chiave di lettura del mondo che viene trasformato in poesia grazie alla sublimazione. Il tormento, l’incomprensione o l’incomunicabilità sono talismani da custodire perché possono essere manipolati, modificati, gestiti con l’intelligenza e la saggezza sapendo, con certezza, che possono mutarsi in scambio o inversione di identità: bisogna ricercare l’essenza e la purezza delle cose per attraversarle completamente al fine di poterle vedere, inevitabilmente, mostrarsi, rinascere.



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