La nobiltà dell’ombra – corrispondenze – La Vita Felice 2013
di Valerio Mello
nota di Rita Pacilio
L’ombra è associata, in molte culture, a paure socioculturali e
ancestrali. Gli indigeni delle isole Salomon, infatti, se calpestavano
l’ombra del re venivano puniti con la morte. I poeti, invece, hanno
adoperato l’ombra come luogo della rinascita fenicia, dove si
vive, da quando si è bambini, la regola della fantasia e la
consapevolezza della voce più intensa, potente dell’io. Se si acquista
la cognizione di una percezione positiva dell’oscurità, l’ombra può
essere riconosciuta come il nostro doppio che protegge e diviene la parte più disponibile all’io cosciente. Valerio Mello, nel suo lavoro poetico La nobiltà dell’ombra – corrispondenze – La
Vita Felice 2013, ci indica un superamento liberatorio della
rappresentazione buia e ambivalente dell’ombra muovendosi in un viaggio
spaziale, simbolico ed espressivo, senza obblighi di dimora fissa. La
forma non ha recinti sintattico-espressivi, né locazioni
spazio-temporali, mentre le realtà quotidiane dei contenuti risultano
distese e fuori dalle oscurità di mondi esistenziali, riferite ad un
periodo storico ben delineato e collocato nella partecipazione della
contemporaneità. Una sfida della parola che diventa cammino verso la
tolleranza delle diverse interpretazioni; è la stessa parola che fa da trait d'union tra le cose
e l’essere umano che continua a ricercare il senso profondo e
annichilito dell’esistenza. La ricerca prudente e responsabile di versi,
capaci di concentrarsi sulle vicende umane scarnificate dalle
sovrabbondanze moderne, è il veicolo più confacente a istituire la
giusta illuminazione per aderire al progetto del superamento della
marginalità, sia geografica, sia sociale e dell’inquietudine che deforma
di continuo l’animo. Mello, infatti, si immerge nella passionalità dei
disegni del mondo per sondare le esigenze diverse e le contraddizioni
ricorrenti e provocatorie che turbano le coscienze. Interagisce in senso
catartico con la fisicità del disincanto e, attraverso la parola,
agisce interrogandosi e consegnandosi a una visione consapevole e
razionale della vita, che deve essere accolta per quella che è, senza
prostrazione.
http://www.lavitafelice.it/news-recensioni-r-pacilio-per-v-mello-1181.html
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