Se fossi stata io a consegnare la morte
quello spazio della mente
riportato all’ora di cena
l’imperdibile festeggiamento di centodiciotto compleanni
bacerei uno a uno i figli mai avuti
canterei il rosario alle donne di casa
come una cosa seria.
Ancora, ancora.
I capelli in una cascata di riccioli lucidi
per mendicare tra la gente questioni di famiglia
cibo, acqua, chiesto come va.
Se fossi stata io a morire prima
(renderti giustizia al momento opportuno)
adesso sarei pronta per essere felice
perché ho panni da lavare
sospiri ai quadri pendoli sulla sedia rossa.
Un limone da tagliare
qualcosa da raccontarti con cortesia
mentre le mele al forno.
Se dovessi morire prima
resterò a guardare sotto terra la luna
e
farò una piroetta ogni tanto per vederti sorridere.
quello spazio della mente
riportato all’ora di cena
l’imperdibile festeggiamento di centodiciotto compleanni
bacerei uno a uno i figli mai avuti
canterei il rosario alle donne di casa
come una cosa seria.
Ancora, ancora.
I capelli in una cascata di riccioli lucidi
per mendicare tra la gente questioni di famiglia
cibo, acqua, chiesto come va.
Se fossi stata io a morire prima
(renderti giustizia al momento opportuno)
adesso sarei pronta per essere felice
perché ho panni da lavare
sospiri ai quadri pendoli sulla sedia rossa.
Un limone da tagliare
qualcosa da raccontarti con cortesia
mentre le mele al forno.
Se dovessi morire prima
resterò a guardare sotto terra la luna
e
farò una piroetta ogni tanto per vederti sorridere.
Rita Pacilio
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