Nocera
Inferiore, 29.2.2016
Cara
Rita, ho finito adesso di riguardare i tuoi ultimi doni … grazie per i tuoi
libri … Mi ha molto incuriosito la fiaba “La principessa con i baffi”, che poi
alla veloce lettura mi ha incantato e persuaso, soprattutto per l’estrema
semplicità e linearità, che la rendono molto adatta ai bambini a cui è, in particolar modo, destinata.
Dal
Suono per obbedienza invece mi
vengono in primo piano un paio di osservazioni.
La prima, la tua
competenza nella musica e la tendenza a mettere assieme poesia e musica. Dalla
lettura, sembra ovvio che non è possibile scrivere in quel modo senza
intendersene degli autori e almeno di alcuni loro pezzi. … Si evince da
associazioni di immediata evidenza analogica, come “La potenza della tempesta
chiude/il cerchio” (35) ma, anche da numerosi sparsi riferimenti piuttosto
tecnici, come, nella stessa poesia citata, “ … la mappatura è battito/bacchette
analogiche mantengono/il doppio tempo e il quarto stacco …”.
Come
scrive Fasoli, la tua poesia non solo si presenta “scarnificata” ovvero come
pensiamo debba essere la poesia se è tale – ma anche adatta al jazz, nel senso
che un certo tipo di jazz non melodico – piuttosto lo si direbbe rapsodico – pone in essere
l’inaspettato, e tali, inattese, sono le “uscite” della tua poesia, molte volte
come emozioni “intime o inaspettate”, quando riescono a “impedire ai versi di
mutarsi prosa”.
Si
tratta della dimensione semantica più che della sintassi, laddove le sequenze soggetto-verbo-oggetto o soggetto-verbo-complementi vengono di solito
mantenute, mentre la dimensione dei significati tende all’esplosione: “Quel
lucore lungo è un mare ovale/verniciato di profilo, nel contorno …” (18); ovvero “ … il disamore alza il collo verso le
nubi” (20) o “Ingoi l’aria nel colore del rubino/è il suicidio della camicia
zingara/che ti porta gioia e tanti apostrofi” (29) o con esiti surrealisti “ …
accordi/quelle pietre ripulite e taglienti/librate nell’aria, distese,
scollate/dalle quattro linee in posizione/tonale.” (33); mentre la poesia Per strada mi appare più
“fenomenologica” o descrittiva, forse con risonanze di epica, sebbene non certo per questo prosa.
Buone
altre scritture, tanta buona poesia!
Un
abbraccio. Carlo
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