A Fabrizio Pittalis
Come se mettesse le mani a falciare
aprendo fenditure senza alcun pentimento
veloce di lepre sulla scapola erosa
resti figlio
destinato dalla nascita al morso dell’animale carnivoro.
Si fa di fuoco l’occhio quando arde
le lacrime punite dalla rabbia
un anatema predetto
che riconosco in modo verticale
scendere sull’unico pezzo di muscolo
ibernato
che ritorna a finire come la prima volta.
Rita Pacilio da 'In ascolto delle rose'
Bellissima, Rita.
RispondiEliminaEmozione stratosferica.
EliminaGrazie Rita per questo tributo a Fabrizio
Ciao...bello il tuo blog...
RispondiEliminatrasmetti una bella poesia!
Se ti va vieni a trovarmi sul mio blog "Vita e Poesia"
http://www.pinopalumbo.blogspot.it/
Mi farebbe molto piacere leggere le tue impressioni. Intanto mi unisco al tuo blog così potrò venire a leggere con un po di calma.
Buona serata.
Ti aspetto.
A presto.