Vedere il tuo viso voltarsi
di Davide Rondoni
(I quaderni del circolo degli artisti Faenza)
Commento di Rita Pacilio
Chissà se un discorso sulla poesia deve cominciare sull’uomo o sulle sue doti liriche. Spesso la parola poetica e la materia umana sono così audacemente fuse che, al lettore attento, arrivano umori modulati in un’unica ossatura compatta. Si stabilisce un surrealismo di giochi assoluti come parallelismi simbolici in cui il corpo è in continuo movimento (Rousseau). Si aderisce al senso dei sensi nella necessità di una andata e di un ritorno. Un tempo umano sintetizzato nella forza del riscatto di una ricerca del luogo/spazio verificato come dilatazione dell’io interiore in cui disimpegnare gli innumerevoli paesaggi amorosi/amorali per eroizzare l’elemento armonia/vigilanza dell’io etico che ci rappresenta nella cultura sociale. Si celebra la metamorfosi delle nostre emozioni allo specchio. Ci si ferma a gioire delle piccole cose: il Poeta si fa filtro per rimettere a posto i tasselli al di là dei condizionamenti e delle certezze. Non baratta il desiderio con la realtà: la fiducia in sé resta indispensabile ed ogni ricordo deve mantenersi limpido per diventare prolungamento di luce nel domani. Le atmosfere monologanti sono atti di fede, canali sorgivi che, nella scrittura post-moderna, risultano essere ‘esperienze personali condotte anch’esse a una condizione di oggettività’. Catarsi che si mescola a personificazione evocativa: chi legge raccoglie l’ardore lucido e armonico del verso e ci si immerge in una intimità irresistibile, cristallina, segnata dall’ispirazione dell’Autore che ha sicuramente esasperato l’architettura delle sue rivendicazioni, dei suoi incontri o delle proprie nostalgie (Edgar Allan Poe). Lo svolgimento poetico, liberato dalle leopardiane rimembranze, ci sorprende con suggestioni dissonanti e gli accenti, che talora diventano passivi, incalzano in urgenze vertiginose e ritmiche che maturano in materia musicale classicheggiante. Qui l’ambizione che mira a ripercorrere la metrica ‘dentro il sangue’ del vocabolo poetico e il sogno sognato della profonda e percettibile musicalità del sentire.