Poesia - Pozzuoli 30 novembre 2019 “La poesia lombarda in dialogo con la poesia campana” Organizzazione a cura di Rita Pacilio, Enzo D'Agostino e Giuseppe Vetromile
“La poesia lombarda in dialogo con la poesia campana” è appena terminata, un’occasione importante di dialogo e di confronto, una riflessione sullo stato della poesia e sulle forze che la sostengono.
Partecipazione - Ostia 23 novembre 2019 XXVII Festa del libro e della lettura: Gianni Maritati presenta 'La venatura della viola' di Rita Pacilio (Ladolfi, 2019)
L’Associazione culturale Clemente Riva è lieta di invitarvi
alla XXVII Festa del libro e della lettura
di Ostia sul tema
alla XXVII Festa del libro e della lettura
di Ostia sul tema
“LIBRI IN DIRETTA SOCIAL”
INGRESSO LIBERO E GRATUITO NEL SALONE MULTIMEDIALE DI S.MONICA, P.ZA S.MONICA, 1, OSTIA LIDO (ROMA)
INGRESSO LIBERO E GRATUITO NEL SALONE MULTIMEDIALE DI S.MONICA, P.ZA S.MONICA, 1, OSTIA LIDO (ROMA)
Programma:
SABATO 23 NOVEMBRE 2019 (ore 10-13 / 15-20)
10: LIBRI SOLIDALI. Migliaia di libri usati, in ottime condizioni e di tutti i generi, disponibili ad offerta libera oggi e domani: raccolta fondi a favore delle adozioni a distanza promosse dalla Onlus Seconda Linea Missionaria. Libri disponibili anche in cambio di cibi non deteriorabili per la Caritas di Ostia
11-13: IL PARCO ARCHEOLOGICO DI OSTIA ANTICA VERSO L’UNESCO. Incontro con il Gruppo di lavoro della Consulta per la Crescita Culturale del X Municipio di Roma. Presentazione dei libri Ostium e Portus. Dalle origini antiche all’età moderna di Stefano Lesti e Ostia. Dalla bonifica alla ricostruzione di Marco Severa, e Conferenza su Ostia Moderna raccontata da Giulio Mancini.
10: LIBRI SOLIDALI. Migliaia di libri usati, in ottime condizioni e di tutti i generi, disponibili ad offerta libera oggi e domani: raccolta fondi a favore delle adozioni a distanza promosse dalla Onlus Seconda Linea Missionaria. Libri disponibili anche in cambio di cibi non deteriorabili per la Caritas di Ostia
11-13: IL PARCO ARCHEOLOGICO DI OSTIA ANTICA VERSO L’UNESCO. Incontro con il Gruppo di lavoro della Consulta per la Crescita Culturale del X Municipio di Roma. Presentazione dei libri Ostium e Portus. Dalle origini antiche all’età moderna di Stefano Lesti e Ostia. Dalla bonifica alla ricostruzione di Marco Severa, e Conferenza su Ostia Moderna raccontata da Giulio Mancini.
13-15: Pausa
16-20: Saluto di Don Pietro, parroco di S.Monica. PRIMO SALOTTO LETTERARIO CON Laura Cialè (Il Cherubino), Francesco Pasqual (Giusto il tempo di), Lucianna Argentino (Il volo dell’allodola), Rossella Cirigliano (Locus Iste), Liboria Garofalo (Un racconto oltre il silenzio), Vinicio Salvatore Di Crescenzo (Vernice Damar), Emanuele Grilli (Nike, psiche, sport), Alfio Giuffrida (Odore di sujo), Francesca Gallus (Al di qua del mare), Alessandro D’Elia (Casi penali), Francesco Sagone (Il guerriero. Ab Urbe Condita), Danilo Ruggiero (Non sarà l’economia a salvarci), Gabriella Lepre (Herta Muller, un incontro italiano), Barbara May (Dietro a quel sorriso), Rita Pacilio (La venatura della viola), Simone Montaldi (Curry, Buddha e maratone), Luigi Genghi (Piccoli racconti inglesi), Cinzia Marulli Ramadori (Percorsi), Paolo Indelicato (Anunnaki. La creazione dell’uomo). PAUSA 17.45-18
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019 (9-13 / 15.30-20)
11-13: SECONDO SALOTTO LETTERARIO CON Antonietta Gnerre (La preghiera delle foglie), Mimmo Muolo (I soldi della Chiesa), Paola Buccheri (I diari della luce), Marco Ciambra (Parlami), Renzo Ricci (Giano, specchio riflesso), Franca Bernardi (Anche al buio c’è il sole), Agostino D’Antoni (Non vedo più in bianco e nero), Angelo Picariello (Un’azalea in via Fani)
13-15.30: Pausa
16-19.15: TERZO SALOTTO LETTERARIO CON Pierluigi Plata (Apparecchiare la santità), Nadia Tomasetta (Ho avuto 10 più), Matteo Pratticò (Shadolove), Tiziana Marini (La farfalla di Rembrandt), Francesco Tedone (Langsax. La spada del re), Valerio Pagano (Next Eden), Liliana Manetti (Colore di donna), Roberto Maggi (Schegge liquide), Fabrizio Iacobazzi (La buona speranza), Daniela Cococcia e gli Amici… Di Versi (Diari della natura). PAUSA 17.30-17.45
19.30: BUFFET PREPARATO DALLA CLEMENTE RIVA CON BRINDISI OFFERTO DAL SOMMELIER FRANCO CETTOMAI (AIS ROMA). FOTO-RICORDO
IN ESPOSIZIONE OPERE DEGLI ARTISTI AIDA LORETI, FRANCESCA GRAVANTE, AGOSTINO D’ANTONI, SALVATORE DATTOLO, TIZIANA DI BARTOLOMEO, CRISTIANO LOLLOBRIGIDA, RUGGERO PIANIGIANI E PINO RAMPOLLA
Per info e contatti: assclementeriva@gmail.com; g.maritati@tiscali.it; 380.1805830
Poesia - Rita Pacilio Inediti Con nota di lettura di Luigi Cannillo su Anticipazioni di Milanocosa
Pubblicato il 15 ottobre 2019 su Anticipazioni da Adam Vaccaro
Anticipazioni
Vedi a: http://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
*****
Vedi a: http://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Rita Pacilio
Inediti
Inediti
Con nota di lettura di Luigi Cannillo
Nota dell’autrice
Attraverso la poesia mi educo e incoraggio a non temere la debolezza, ma, anzi, a farne una forza per rifondare la comunità dei viventi. Mi interrogo incessantemente sul tempo, sull’assenza, sulla compassione, sul perdono, sull’amore e sul dolore. Diverse, dunque, le tematiche sottese tra scienza e coscienza: la solitudine e la frustrazione dell’ammalato, l’indifferenza sociale, l’incuria, la dimenticanza e, inoltre, l’amore, in tutte le sue forme, come unica motivazione di vita: testamento simbolico e intimo per l’umanità intera. L’urlo civile ed etico nasce dalla mia formazione di Sociologo e dallo studio della musica, del teatro, della letteratura e della religione. Venendo a contatto con la musica ho seguito il percorso del suono metrico che intona la recitazione, la passione, il dramma, il canto e la parola annunciata (Sprechstimme, dal tedesco: tecnica del parlato/intonato/recitato). Obiettivo della mia poetica è la verifica, la connessione e la diagnosi della stratificazione della realtà in correlazione con la valutazione del vissuto emozionale, con cui è in stretta sintesi. Potrei dire che sono sempre di fronte a una parola in movimento. Concludendo, per me la poesia è un atto maturo e responsabile di continua esplorazione del micro/macrocosmo e di riscontro delle proprie tensioni verso gli altri. La poesia, nella ricerca della verità, è sempre stato un luogo di esperienza, di incontro, di elaborazioni e modificazioni scaturite dalla fede e dalla speranza.
Attraverso la poesia mi educo e incoraggio a non temere la debolezza, ma, anzi, a farne una forza per rifondare la comunità dei viventi. Mi interrogo incessantemente sul tempo, sull’assenza, sulla compassione, sul perdono, sull’amore e sul dolore. Diverse, dunque, le tematiche sottese tra scienza e coscienza: la solitudine e la frustrazione dell’ammalato, l’indifferenza sociale, l’incuria, la dimenticanza e, inoltre, l’amore, in tutte le sue forme, come unica motivazione di vita: testamento simbolico e intimo per l’umanità intera. L’urlo civile ed etico nasce dalla mia formazione di Sociologo e dallo studio della musica, del teatro, della letteratura e della religione. Venendo a contatto con la musica ho seguito il percorso del suono metrico che intona la recitazione, la passione, il dramma, il canto e la parola annunciata (Sprechstimme, dal tedesco: tecnica del parlato/intonato/recitato). Obiettivo della mia poetica è la verifica, la connessione e la diagnosi della stratificazione della realtà in correlazione con la valutazione del vissuto emozionale, con cui è in stretta sintesi. Potrei dire che sono sempre di fronte a una parola in movimento. Concludendo, per me la poesia è un atto maturo e responsabile di continua esplorazione del micro/macrocosmo e di riscontro delle proprie tensioni verso gli altri. La poesia, nella ricerca della verità, è sempre stato un luogo di esperienza, di incontro, di elaborazioni e modificazioni scaturite dalla fede e dalla speranza.
Rita Pacilio
*
La mattina dopo
mi sono fatta avanti per consolarlo,
il grande ventre sterminato del mondo
indottrinato, bisognoso,
sconosciuto e maltrattato
mi dice a voce roca di cantare
aprire le tende al motivetto complice;
così
al freddo glaciale amoreggiano i grilli
al ghiaccio furioso ripetono con me
non aver paura, ci vediamo domani.
La mattina dopo
mi sono fatta avanti per consolarlo,
il grande ventre sterminato del mondo
indottrinato, bisognoso,
sconosciuto e maltrattato
mi dice a voce roca di cantare
aprire le tende al motivetto complice;
così
al freddo glaciale amoreggiano i grilli
al ghiaccio furioso ripetono con me
non aver paura, ci vediamo domani.
*
Mia figlia tiene in mano una lucciola
devo proteggerla dal freddo e dalle bestie
se piange può morire adesso!
Mi accompagna un attacco di debolezza
penso agli occhi liberati dalla morte
alla condanna di non ricevere nulla.
Faccio il turno di notte per la veglia
il respiro è vicinissimo alla febbre
allora torno indietro di corsa
per sprofondare nell’arsenale della terra
e con la mano aperta illumino le radici del bosco.
Mia figlia tiene in mano una lucciola
devo proteggerla dal freddo e dalle bestie
se piange può morire adesso!
Mi accompagna un attacco di debolezza
penso agli occhi liberati dalla morte
alla condanna di non ricevere nulla.
Faccio il turno di notte per la veglia
il respiro è vicinissimo alla febbre
allora torno indietro di corsa
per sprofondare nell’arsenale della terra
e con la mano aperta illumino le radici del bosco.
*
La montagna in fiamme il giorno prima
dispera
l’ultimo lungo sospiro di sconforto
ma un merlo fischia sulle arance
perdonando il fumo delle piume nere;
non dirmi che la terra è vedova
e finita
non giudicarmi colpevole
se provo a rianimarla. Pensi mai al parto delle api,
alle mani giunte dei gelsomini in fiore?
Se sento l’allegrezza delle cose che crescono
forse è tutto:
perché sono troppo vecchia per odiare il mondo.
La montagna in fiamme il giorno prima
dispera
l’ultimo lungo sospiro di sconforto
ma un merlo fischia sulle arance
perdonando il fumo delle piume nere;
non dirmi che la terra è vedova
e finita
non giudicarmi colpevole
se provo a rianimarla. Pensi mai al parto delle api,
alle mani giunte dei gelsomini in fiore?
Se sento l’allegrezza delle cose che crescono
forse è tutto:
perché sono troppo vecchia per odiare il mondo.
*
Nota Biografica
Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare, si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di saggistica, di letteratura per l’infanzia e di vocal jazz. Sue recenti pubblicazioni: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice 2012), tradotto in francese Les imparfaits sont des gens bizarres, (L’Harmattan, 2016 Traduction en français par Giovanni Dotoli et Françoise Lenoir) e per Uet Tunisi la traduzione in lingua araba (a cura del Prof. Othman Ben Taleb), Quel grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015), Prima di andare (La Vita Felice, 2016). Per la narrativa: Non camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria, 2011); L’amore casomai – racconti in prosa poetica (la Vita Felice, 2018).
Per la letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi, fiabe (Scuderi Edizioni, 2015); Cantami una filastrocca, quaderno operativo per la Scuola dell’Infanzia (RPlibri, 2018); La favola dell’Abete, storia per la magia del Natale (RPlibri 2018). È stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo, in catalano, in georgiano, in napoletano. A ottobre 2019 la recente pubblicazione di poesia La venatura della viola (Ladolfi Editore).
Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare, si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di saggistica, di letteratura per l’infanzia e di vocal jazz. Sue recenti pubblicazioni: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice 2012), tradotto in francese Les imparfaits sont des gens bizarres, (L’Harmattan, 2016 Traduction en français par Giovanni Dotoli et Françoise Lenoir) e per Uet Tunisi la traduzione in lingua araba (a cura del Prof. Othman Ben Taleb), Quel grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015), Prima di andare (La Vita Felice, 2016). Per la narrativa: Non camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria, 2011); L’amore casomai – racconti in prosa poetica (la Vita Felice, 2018).
Per la letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi, fiabe (Scuderi Edizioni, 2015); Cantami una filastrocca, quaderno operativo per la Scuola dell’Infanzia (RPlibri, 2018); La favola dell’Abete, storia per la magia del Natale (RPlibri 2018). È stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo, in catalano, in georgiano, in napoletano. A ottobre 2019 la recente pubblicazione di poesia La venatura della viola (Ladolfi Editore).
*
Nota di lettura
L’istinto, l’approccio di Rita Pacilio nei confronti della poesia si manifesta in un doppio movimento. Inizia in picchiata fino a scendere nel “grande ventre sterminato del mondo” per esplorarlo, percepirne le necessità, consolarlo per i maltrattamenti subiti. Considera la stratificazione della realtà, la sua complessità nella quale si alternano crolli e rinascite. Lo “sprofondare nell’arsenale della terra”, ricavandone conoscenza e slancio, porta quasi come contrappeso al secondo tipo di movimento: risalire dalle profondità alla superficie avvertendo la fascinazione esercitata dai fenomeni naturali: stupirsi per i grilli che amoreggiano nonostante il freddo glaciale oppure ascoltare il fischio del merlo sulle arance, ammirare il parto delle api e i gelsomini fioriti con le mani giunte dei loro petali.
I versi di questi inediti si articolano con una cantabilità particolare nella misura costante di sequenze omogenee, interrotta dagli a capo di singole parole come note messe in evidenza, e nell’accenno esplicito al “motivetto complice” del coro dei grilli. D’altro lato a questa sensibilità poetico-musicale contribuiscono anche gli studi specifici dell’autrice, la sua attività artistica e i riferimenti alla musica presenti già nel titolo di alcune sue opere.
Altri elementi poi riconducono allo stupore e a una scommessa sulla leggerezza. La lucciola tenuta in mano dalla figlia e protetta dai pericoli può anche essere letta come sopravvivenza della poesia, cura per il linguaggio, per un sentire fragile e prezioso. Lo stesso che, davanti a quanto dal mondo pulsa e riemerge, fa ripetere all’autrice in coro con i grilli: non aver paura, ci vediamo domani.
La spola compiuta da Rita Pacilio tra le profondità del mondo e i fenomeni della superficie è consapevolezza sia delle diverse manifestazioni della realtà come del vissuto emozionale, viaggio tra microcosmo e macrocosmo, tra osservazione e visione. Il viaggio è compiuto non senza tensione febbrile né senza tralasciare il dolore del mondo o le sue ingiustizie e illuminando con la mano aperta le zone più oscure, “le radici del bosco” ma si risolve in leggerezza, saggezza e spinta vitale: “Se sento l’allegrezza delle cose che crescono/ forse è tutto:/ sono troppo vecchia per odiare il mondo”.
L’istinto, l’approccio di Rita Pacilio nei confronti della poesia si manifesta in un doppio movimento. Inizia in picchiata fino a scendere nel “grande ventre sterminato del mondo” per esplorarlo, percepirne le necessità, consolarlo per i maltrattamenti subiti. Considera la stratificazione della realtà, la sua complessità nella quale si alternano crolli e rinascite. Lo “sprofondare nell’arsenale della terra”, ricavandone conoscenza e slancio, porta quasi come contrappeso al secondo tipo di movimento: risalire dalle profondità alla superficie avvertendo la fascinazione esercitata dai fenomeni naturali: stupirsi per i grilli che amoreggiano nonostante il freddo glaciale oppure ascoltare il fischio del merlo sulle arance, ammirare il parto delle api e i gelsomini fioriti con le mani giunte dei loro petali.
I versi di questi inediti si articolano con una cantabilità particolare nella misura costante di sequenze omogenee, interrotta dagli a capo di singole parole come note messe in evidenza, e nell’accenno esplicito al “motivetto complice” del coro dei grilli. D’altro lato a questa sensibilità poetico-musicale contribuiscono anche gli studi specifici dell’autrice, la sua attività artistica e i riferimenti alla musica presenti già nel titolo di alcune sue opere.
Altri elementi poi riconducono allo stupore e a una scommessa sulla leggerezza. La lucciola tenuta in mano dalla figlia e protetta dai pericoli può anche essere letta come sopravvivenza della poesia, cura per il linguaggio, per un sentire fragile e prezioso. Lo stesso che, davanti a quanto dal mondo pulsa e riemerge, fa ripetere all’autrice in coro con i grilli: non aver paura, ci vediamo domani.
La spola compiuta da Rita Pacilio tra le profondità del mondo e i fenomeni della superficie è consapevolezza sia delle diverse manifestazioni della realtà come del vissuto emozionale, viaggio tra microcosmo e macrocosmo, tra osservazione e visione. Il viaggio è compiuto non senza tensione febbrile né senza tralasciare il dolore del mondo o le sue ingiustizie e illuminando con la mano aperta le zone più oscure, “le radici del bosco” ma si risolve in leggerezza, saggezza e spinta vitale: “Se sento l’allegrezza delle cose che crescono/ forse è tutto:/ sono troppo vecchia per odiare il mondo”.
Luigi Cannillo
Presentazione - Montefusco (AV) 11 ottobre 2019 - Rassegna 'Pagine d'autunno' - 'La venatura della viola' di Rita Pacilio
Rassegna 'Pagine d'autunno' curata da Raffaele Barbieri: venerdì 11 ottobre, alle ore 18.00, a Montefusco, (Palazzo Giordano) presentazione del nuovo lavoro poetico di Rita Pacilio: 'La venatura della viola' - Ladolfi Editore.
Cosimo Caputo e Raffaele Barbieri dialogheranno con l'autrice.
Cosimo Caputo e Raffaele Barbieri dialogheranno con l'autrice.
Intervista - Rita Pacilio presenta a Limina Mundi 'La venatura della viola' - Ladolfi Editore, 2019
https://liminamundi.wordpress.com/2019/09/30/intervista-a-rita-pacilio-la-venatura-della-viola/?fbclid=IwAR0LATUoG3ZTBtHNtg7gr8qgyISI-zqroN4oJzGpxukhZT4NKANi7VfA_hg
Questa intervista appartiene ad un’iniziativa del blog Limina mundi che intende dedicare la propria attenzione alle pubblicazioni letterarie (romanzi, racconti, sillogi, saggi ecc.) recenti, siano esse state oggetto o meno di segnalazione alla redazione stessa. Ciò con l’intento di favorire la conoscenza dell’offerta del mercato letterario attuale e degli autori delle pubblicazioni.
La Redazione ringrazia Rita Pacilio, per aver accettato di rispondere ad alcune domande sulla sua opera: La venatura della viola, Giuliano Ladolfi Editore, ottobre 2019
1.
Ricordi
quando e in che modo è nato il tuo amore per la scrittura?
Certo, avevo nove anni. Era il
1973, l’8 marzo, quando morì mio padre. Era l’anno in cui avrei dovuto ricevere
la Prima Comunione, una festa che desideravo molto e che fu rimandata per il
grave lutto. Alla morte di mio padre è legato tutto il mio inizio artistico.
Lui avrebbe voluto diventassi una cantante/musicista per le mie spiccate doti
musicali, ma la sua scomparsa mise in ginocchio l’economia della famiglia e non
mi fu più possibile proseguire gli studi con la Maestra Mariele Ventre che mi seguiva
per il Coro Antoniano di Bologna. Fu l’anno in cui ho ricevuto innumerevoli
libri, sia dalle Maestre delle scuole elementari, sia dai miei compagni di
classe. I libri divennero la mia consolazione, il rifugio, il nuovo mondo che
mi aspettava. Cuore, I ragazzi della via Pal, La vita di San Francesco, Piccole donne, La Bibbia per bambini furono le prime letture. Nella biblioteca di
casa fanno da capofila a tutto ciò che è venuto dopo. Quindi, la mia scrittura,
nasce proprio da lì, dalla lettura. Scrivere, per me, è stata una conseguenza
semplice e naturale. I miei quaderni preferiti, che custodisco gelosamente, sono
quelli in cui appuntavo versi acerbi, pensieri, confessioni e riflessioni.
Quegli anni terribili e dolorosi li ricordo addolciti dalla parola.
2.
Quali
sono i tuoi riferimenti letterari? Quali scrittori italiani o stranieri ti
hanno influenzato maggiormente o senti più vicini al tuo modo di vedere la vita
e l’arte?
Amo
leggere e rileggere Cesare Pavese, Dino Campana, Dante Alighieri, Pascal,
Alfonso Gatto, Giuseppe Ungaretti, Rainer Maria Rilke, Celan, Giacomo Leopardi,
i poeti greci, Anne Sexton, Baudelaire … mi fermo? A questo punto potrei dire
che abbia ricevuto l’influenza di molti. Ho letto anche tanto di Musica e ciò
ha contribuito a farmi soffermare sul ritmo e sull’armonia del verso.
3.
Come
nasce la tua scrittura? Che importanza hanno la componente autobiografica e
l’osservazione della realtà circostante? Quale rapporto hai con i luoghi dove
sei nato o in cui vivi e quanto “entrano” nell’opera?
Tutto
ciò che sono diventata, è in stretta relazione con le mie origini culturali e
territoriali che, sicuramente, hanno dato una forte connotazione alla mia
scrittura. Vivo tra le colline sannite che adoro e che mi commuovono ogni
giorno. La vita qui, economicamente, è complicata come per tante realtà
meridionali; forse è per questo che le problematiche sociali del mio territorio
diventano, molto spesso, lo scenario della mia scrittura.
4.
Ci
parli della tua pubblicazione?
Credo
di poter riassumere in poche battute lo scopo del mio libro. È una
dichiarazione poetica di resistenza alla rovina del mondo, alla morte della
natura, alla crisi dei valori umani. Mi devasta la superficialità e l’incuria.
La soluzione che prevedo è ritornare a dare importanza alle piccole cose, a
tutto ciò che, purtroppo, diamo per scontato e che non riusciamo più a vedere.
Ho scelto un piccolo fiore come metafora, la violetta. Il mio è sicuramente un
messaggio d’amore per i miei figli, una testimonianza di ripristino delle
coscienze e degli entusiasmi soffocati, troppo spesso, dalla tristezza e
dall’egoismo.
5.
Pensi
che sia necessaria o utile nel panorama letterario attuale e perché?
Ogni
volta che pubblico un libro mi pongo lo stesso quesito: con il mio lavoro
aggiungo qualcosa alla Letteratura?
A volte so rispondere, altre volte non ci
riesco.
6.
Quando
e in che modo è scoccata la scintilla che ti ha spinto a creare l’opera?
Sono
stata sempre convinta che non ci sia mai un vero motivo che spinge un autore a
scrivere, perché ci sono mille spunti che animano un libro. A volte negli
scritti precedenti c’è qualcosa di non svelato completamente, proprio come un
ulteriore embrione a cui dare nutrimento. Ecco cosa mi spinge a continuare a
scrivere: il desiderio di dire ancora, in altro modo, cose anche già sussurrate
in antecedenti poesie soffermandomi sullo sviluppo dell’essere umano, sulla sua
evoluzione nel tempo, sul mutamento della natura. Concentrata sulla realtà mi
dedico alle sue nervature che cerco di raccontare in maniera visionaria. Sicuramente,
le recenti notizie scientifiche riguardo allo scioglimento dei ghiacciai, alla
devastazione in Amazzonia e all’alterazione climatica del Pianeta, mi ha posto
di fronte all’urgenza di esprimermi. La
venatura della viola posso considerarla come la mia risposta ai disastri
ambientali, culturali, intimi e sociali; un tentativo di cercare l’unica via
possibile per la salvezza del genere umano. Tornare indietro, dunque, alle cose
più piccole per amarle nuovamente, quale un fiore, ripristinandone il senso più
profondo e interrogandomi continuamente sul perché ci stiamo autodistruggendo.
7.
Come l'hai scritta? Di getto come Pessoa
che nella sua “giornata trionfale” scrisse 30 componimenti di seguito senza interrompersi
oppure a poco a poco? E poi con sistematicità, ad orari prestabiliti oppure
quando potevi o durante la notte, sacra per l'ispirazione?
Alcune
poesie contenute nel libro sono già uscite sui siti di settore negli anni
passati. Ne La venatura della viola, sicuramente, questi testi hanno subito trasformazioni,
sono cambiati in certi passaggi. Quindi, il libro contiene anche un percorso
meditato nel tempo. Solo successivamente, quando sono di fronte al computer,
(confesso che scrivo sulla carta e con la penna, come facevo trenta anni fa)
per dare corpo e consequenzialità al discorso poetico, mi ritrovo nella
condizione di architettarne la struttura. Questa fase di lavoro posso
considerarla temporalmente attuale. Ci vuole cura, pazienza, caos e silenzio
per scrivere una poesia. Ho bisogno di viaggiare, stare con la gente, nutrirmi
di natura e di piccole cose. Ho necessità di osservare tutto, leggere, ascoltare
ed empatizzare con il ciclone della vita. Così arriva la fase dell’elaborazione
del pensiero che si tramuta in parola scritta, da annunciare e da rivelare. Non
posso negare che in alcune giornate ho scritto più testi che ho lasciato poi
‘posare’ come si fa con l’olio o il vino e che ho ‘rivisto’, a distanza di
tempo, con severità e rigore. Non ho orari, né luoghi predefiniti per produrre
un pensiero poetico. A volte al mercato, altre volte mentre sono in treno, al
mare, in montagna o al lavoro. Per metterlo su carta, invece, ho bisogno della
mia scrivania, della musica, dei libri intorno che non smettono mai di
guardarmi, soprattutto, della mia cagnolina che ama starmi vicina quando sono
seduta qui.
8. La
copertina. Chi, come, quando e perché?
La collana Perle
di Giuliano Ladolfi ha già un suo stile grafico che da anni seguo e
apprezzo. L’Editore è stato aperto e gentile; infatti, mi ha anche chiesto se
avessi voluto una immagine sulla copertina, ma perseguo l’essenzialità, anche
nella veste grafica di un mio lavoro. Sono soddisfatta.
9.
Come
hai trovato un Editore?
Conosco quasi tutti gli Editori italiani, soprattutto
perché ho letto parte dei loro cataloghi seguendo alcuni autori da anni. Li
conosco e molti li apprezzo, per il lavoro certosino e coraggioso, anche se non
li ho mai incontrati di persona. All’inizio di settembre, ero in dialogo
virtuale con Eleonora Rimolo, giovane poeta salernitana, a cui confidavo lo
sconforto e l’amarezza di alcuni ambienti poetici e dell’andamento delle scelte
editoriali a meri fini commerciali e di visibilità. Da tempo mi guardavo
intorno e ho meditato molto. Non aderendo a nessuna corrente o canone e non
facendo parte di nessun ambito poetico (scuole o gruppi) sono arrivata alla
conclusione di scegliere un Editore che non fosse interessato al successo, ma
alla poesia. È stata Eleonora a indicarmi
Giuliano Ladolfi descrivendolo serio e rigoroso e, dal punto di vista umano, come persona,
sincera e gentile. In qualità di Editore ne avevo conoscenza da anni, ma leggere
le parole di Eleonora, ‘è un uomo di altri tempi’, mi ha aperto un grande
spiraglio per la nascita di una sana e fattiva collaborazione. È stata lei
stessa a presentarmi a Ladolfi. Subito è nata l’idea del progetto e ci siamo
messi al lavoro. Sono molto contenta di aver preferito il rigore alla ipocrisia
dei major dell’Editoria italiana.
10.
A quale
pubblico pensi sia rivolta la pubblicazione?
A tutti. Vorrei parlasse veramente a
chiunque.
11. In che modo stai promuovendo il tuo libro?
Mi viene subito in mente
fb e tutte le piattaforme social, ma, in realtà, come per gli altri libri, la
promozione in cui credo e che pratico è quella dell’invio del mio libro a
critici, poeti e giornalisti stimati che vorrei prestassero cura e attenzione
alle mie parole. Anche l’Editore farà la sua parte.
12.
Qual è il passo
della tua pubblicazione che ritieni più riuscito o a cui sei più legato e
perché? (N.B. riportarlo virgolettato nel testo della risposta, anche se lungo,
è necessario alla comprensione della stessa)
Sono legata a ogni parola, nessuna esclusa. Qui riporto
la Lettera al lettore che apre il
libro:
Ne La venatura della
viola maneggio la parola poetica per trovare la strada possibile da percorrere
quando non ci si arrende all’incuria, all’abbandono, all’assenza, alla miseria
umana. Per resistere e oppormi alle brutture della vita ho cercato la risposta
nella semplicità e nella dolcezza di un piccolo fiore. Ho scelto la viola,
spesso colta e custodita nel libro preferito o nel diario come un pensiero
d’amore o, addirittura, per fermare un ricordo. La violetta, le viole a
ciocche, la viola del pensiero mostrano a tutti la bellezza del colore, a volte
il profumo portando in seno, metaforicamente, il ciclo vitale dell’esistenza.
Ambire al succo del vero mi educa e mi spinge a sentire le creature tutte come
un dono che non voglio dare per scontato. Amo la gentilezza e la calma accesa
della viola, quella lentezza che mi permette di soffermarmi con garbo sui
particolari, sui dettagli incustoditi. Non voglio perdere niente. Il bisogno di
toccare continuamente la terra e i suoi figli mi pone in una posizione
privilegiata. Mi rasserena. Abbiate cura di queste poesie e ringrazio le
violette, una delle tante bellezze del Creato. Vi prego, usiamo buone maniere e
tenerezza quando siamo di fronte a un albero, accarezziamolo. Accogliamo il
mondo fatto di persone, cani, uccelli e il mare. Siamo gentili e facciamoci
ingranaggi universali d’amore. Fermiamoci presso la foce di un fiume,
ascoltiamo l’acqua. Diamo un bacio in più al mattino e alla sera. Gioiamo dei
silenzi pieni e gonfiamoci continuamente gli occhi quando guardiamo le stelle.
Rita Pacilio
13.
Che aspettative hai in riferimento a
quest’opera?
Tante, tantissime, ma, come sempre, mi
rimetto al parere dei lettori.
14.
Una domanda che faresti a te stesso su questo tuo
lavoro e che a nessuno è venuto in mente di farti?
Qual
è la tua paura più grande?
15.Quali sono i tuoi progetti letterari
futuri? Hai già in lavorazione una nuova opera e di che tratta? Puoi
anticiparci qualcosa?
Sto
lavorando a due saggi e al mio primo romanzo. Non dico altro per pudore e scaramanzia.
Rita
Pacilio (Benevento 1963) è
poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare,
si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di saggistica, di
letteratura per l’infanzia e di vocal jazz. Curatrice di lavori antologici,
editing, lettura/valutazione testi poetici e brevi saggi, dirige per La Vita
Felice la sezione ‘Opera prima’. Direttrice del marchio
Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e
coordina il Festival della Poesia nella
Cortesia di San Giorgio del Sannio.
Sue
recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La
Vita Felice 2012) risultato vincitore di numerosi Premi, tra cui Laurentum
2013, è stato tradotto in francese Les imparfaits sont des gens
bizarres, (L’Harmattan, 2016 Traduction en français par Giovanni
Dotoli et Françoise Lenoir) e per Uet Tunisi la traduzione in lingua araba (a
cura del Prof. Othman Ben Taleb), Quel
grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per
obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015), Prima
di andare (La Vita Felice, 2016). Per la narrativa: Non
camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria, 2011); L’amore casomai – racconti in prosa
poetica (la Vita Felice, 2018).
Per la
letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi, fiabe (Scuderi Edizioni, 2015);
Cantami una filastrocca, quaderno
operativo per la Scuola dell’Infanzia (RPlibri, 2018); La
favola dell’Abete, storia per la magia del Natale (RPlibri 2018).
È
stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in
spagnolo, in catalano, in georgiano, in napoletano. A ottobre 2019 la recente
pubblicazione di poesia La venatura della
viola (Ladolfi Editore).
Articolo/Comunicato - Letture d’estate, quando la vita decide le priorità. Settembre 2019
Letture
d’estate, quando la vita decide le priorità
comunicato
di Rita Pacilio
Risale a molti mesi fa
la mia più recente nota di lettura/recensione di un libro di poesia. Nonostante
mi sia dedicata completamente a RPlibri, marchio editoriale da me ideato e
curato dal 2017 e ad altre attività culturali (compreso la mia scrittura), molti
amici/poeti, stimando il mio lavoro di sintesi critica, hanno continuato a
inviarmi i propri libri sperando in un parere - o visibile in rete o, meglio
ancora, sulle riviste cartacee. Negli ultimi anni ho consacrato il mese di
agosto alle recensioni di quasi tutti i libri ricevuti, ma, mio malgrado, in
questa estate duemiladiciannove, ho dovuto saltare l’appuntamento promesso a me
stessa e, indirettamente, agli autori. Ciò non perché non abbia avuto il tempo
necessario per leggerli tutti, anzi, l’ho fatto con cura e attenzione; né voglio
comunicare l’indesiderata ricezione di plichi innumerevoli che pervengono al
mio indirizzo postale: sappiate che sono stata e sarò sempre gioiosa di
accogliervi tutti! Piuttosto, sto cercando di giustificare l’oggettiva difficoltà,
per vari motivi, a scriverne in maniera rigorosa così come facevo nel passato. Con
questo breve articolo/comunicato, voglio scusarmi con tutti coloro che hanno
confidato in me e, soprattutto, ringraziare ognuno di voi con un abbraccio
forte per il dono delle parole e
delle dediche augurando soddisfazioni immense a tutti. Riporterò di seguito un
verso da me scelto tratto dai libri letti, il titolo e la Casa Editrice seguendo
l’ordine con cui sono stati riposti da mia figlia nella libreria di famiglia.
Non me ne voglia nessuno per eventuali omissioni, né per altro. State bene. Con
l’amore di sempre.
Vostra, Rita Pacilio
***
Il suono non cessa mai
il moto.
La
cadenza sospesa di Valentina Colonna (Nino Aragno Editore, 2015)
***
Il terrore ci fa
corrente innanzi.
La
mezzanotte di Spoleto di Paolo Valesio (Raffelli Editore, seconda edizione
luglio 2018)
***
l’acqua rotta è un
campo. Eu-nuca di Patrizia Sardisco (Edizioni Cofine,
2018)
***
Il film del finestrino
inscena il paesaggio. Rinascere da vecchi di Gianfranco
Lauretano (puntoacapo, 2017)
***
Non si scordano le
rose. L’origine di Domenico Cipriano (L’arcolaio, 2017)
***
Vado sul tuo pensiero
come su un filo di rasoio.
Erranze e altri demoni di Caterina Davino (iRobin&sons, 2018)
***
L’amore, come la
malattia, ci rende inermi e anonimi.
Crolli
di Rosaria Lo Russo (Le Lettere, 2012)
***
Ti scrivo in un giorno
strano. Impero di Bruno Di Pietro (Oèdipus, 2017)
***
Esiste qualcos’altro
per non urlare? Pensieri, desideri, ricordi di Enrico
Macrì (Poesie, 2019)
***
Perché c’è ancora quel
filo spinato. Odusia di Lidia Loquercio (Edizioni Il
Saggio, 2019)
***
Ognuno di noi è un
migrante. Lettera dal mare di Oronzo Liuzzi (Oèdipus, 2018)
***
Ti voglio dire una
verità.
La
Maestra Napolitano di Lina Rotunno
(Edizioni Eva, 2015)
***
Poesia, scioglimi
dentro.
Fra mani rifiutate di Pietro Romano (iQdB Edizioni, 2018)
***
Hai visto in me
qualcosa di buono. Collezioni d’ossa o di una notte
senza luna di Alessandro Paglialunga (campanotto Editore, 2017)
***
La speranza per ciò che
può cambiare.
Caterina
Martino (GaEle Edizioni – Libri d’Arte)
***
Rincuorandosi a catena. Negli occhi di
un giorno di Ciro Ridolfini (Loffredo Edizioni, 2011)
***
il mio alfabeto non sa
creare sulla carta a specchio.
La
casa degli scemi di Anna Maria Farabbi (LietoColle, 2017)
***
In eterno ripete l’istante
divino.
Contro-Versi
di Manuela Minelli (Edizioni Progetto Cultura, 2017)
***
devo mettere a fuoco i
miei sbagli.
Non so di Nicola Manicardi (iQdB Edizioni, 2018)
***
La realtà non ha
bisogno di spiegazioni.
Dal
tratto alle parole di Mario Pugliese e Nicola Vacca (iQdB Edizioni, 2018)
***
Spiegami dunque perché rinunciare. Fermocolle di
Marco Di Meola (Prima Edizione, 2018)
***
Nella vicinanza,
inoltre, si sperimentano la pazienza e la tenerezza di Dio. Francesco, il
calore della speranza di Antonella Fusco (Passione Educativa, 2016)
***
Se fossi poesia.
Cntrovento di Federica Carella (Annales Edizioni, 2018)
***
Io nel caldo ci sto
dentro.
Mareàje
di Anita Piscazzi (Campanotto Editore, 2012)
***
Preludio per un diverso
limite.
L’ora
del buio di Giuseppe Perrone (iQdB Edizioni, 2019)
***
Allora invecchierò da
un’altra parte. Corpo della gioventù di Alessandra
Corbetta (puntoacapo, 2019)
***
Ma presto, ti prego,
presto. Le catene del sole di Marco Onofrio
(Fusibilialibri, 2019)
***
Il sogno vero è la
realtà; la realtà vera è sogno.
Nuvole
strane, pensieri e aforismi di Marco Onofrio (Ensamble, 2018)
***
Il tempo si rovescia. La
nostalgia dell’infinito, antologia poetica con inediti 201-2016 di Marco
Onofrio (Ensamble, 2016)
***
La vita è preziosa.
Semplici versi da piccoli poeti (Direzione Didattica Statale 1° Circolo – Eboli
– anno scolastico 2018-2019)
***
Lo sai, con te sono
stata catena.
Non
ero preparata di Melania Panico (La Vita Felice, 2018)
***
E intanto ci sono
sparite le parole.
Corpo
della realtà di Fabio Franzin (puntoacapo, 2019)
***
E tu cerca un altro
pensiero, nella figura dei vecchi. Il respiro di Alcesti
di Piero Marelli (pM* tipografo di poesia: Libro d’Arte)
Fotografia di Lucia Pinto
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