Intervista - Rita Pacilio presenta a Limina Mundi 'La venatura della viola' - Ladolfi Editore, 2019


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Questa intervista appartiene ad un’iniziativa del blog Limina mundi che intende dedicare la propria attenzione alle pubblicazioni letterarie (romanzi, racconti, sillogi, saggi ecc.) recenti, siano esse state oggetto o meno di segnalazione alla redazione stessa. Ciò con l’intento di favorire la conoscenza dell’offerta del mercato letterario attuale e degli autori delle pubblicazioni.
La Redazione ringrazia Rita Pacilio, per aver accettato di rispondere ad alcune domande sulla sua opera: La venatura della viola, Giuliano Ladolfi Editore, ottobre 2019


1.     Ricordi quando e in che modo è nato il tuo amore per la scrittura?

Certo, avevo nove anni. Era il 1973, l’8 marzo, quando morì mio padre. Era l’anno in cui avrei dovuto ricevere la Prima Comunione, una festa che desideravo molto e che fu rimandata per il grave lutto. Alla morte di mio padre è legato tutto il mio inizio artistico. Lui avrebbe voluto diventassi una cantante/musicista per le mie spiccate doti musicali, ma la sua scomparsa mise in ginocchio l’economia della famiglia e non mi fu più possibile proseguire gli studi con la Maestra Mariele Ventre che mi seguiva per il Coro Antoniano di Bologna. Fu l’anno in cui ho ricevuto innumerevoli libri, sia dalle Maestre delle scuole elementari, sia dai miei compagni di classe. I libri divennero la mia consolazione, il rifugio, il nuovo mondo che mi aspettava. Cuore, I ragazzi della via Pal, La vita di San Francesco, Piccole donne, La Bibbia per bambini  furono le prime letture. Nella biblioteca di casa fanno da capofila a tutto ciò che è venuto dopo. Quindi, la mia scrittura, nasce proprio da lì, dalla lettura. Scrivere, per me, è stata una conseguenza semplice e naturale. I miei quaderni preferiti, che custodisco gelosamente, sono quelli in cui appuntavo versi acerbi, pensieri, confessioni e riflessioni. Quegli anni terribili e dolorosi li ricordo addolciti dalla parola.

2.    Quali sono i tuoi riferimenti letterari? Quali scrittori italiani o stranieri ti hanno influenzato maggiormente o senti più vicini al tuo modo di vedere la vita e l’arte?

Amo leggere e rileggere Cesare Pavese, Dino Campana, Dante Alighieri, Pascal, Alfonso Gatto, Giuseppe Ungaretti, Rainer Maria Rilke, Celan, Giacomo Leopardi, i poeti greci, Anne Sexton, Baudelaire … mi fermo? A questo punto potrei dire che abbia ricevuto l’influenza di molti. Ho letto anche tanto di Musica e ciò ha contribuito a farmi soffermare sul ritmo e sull’armonia del verso.

3.    Come nasce la tua scrittura? Che importanza hanno la componente autobiografica e l’osservazione della realtà circostante? Quale rapporto hai con i luoghi dove sei nato o in cui vivi e quanto “entrano” nell’opera?

Tutto ciò che sono diventata, è in stretta relazione con le mie origini culturali e territoriali che, sicuramente, hanno dato una forte connotazione alla mia scrittura. Vivo tra le colline sannite che adoro e che mi commuovono ogni giorno. La vita qui, economicamente, è complicata come per tante realtà meridionali; forse è per questo che le problematiche sociali del mio territorio diventano, molto spesso, lo scenario della mia scrittura.

4.    Ci parli della tua pubblicazione?

Credo di poter riassumere in poche battute lo scopo del mio libro. È una dichiarazione poetica di resistenza alla rovina del mondo, alla morte della natura, alla crisi dei valori umani. Mi devasta la superficialità e l’incuria. La soluzione che prevedo è ritornare a dare importanza alle piccole cose, a tutto ciò che, purtroppo, diamo per scontato e che non riusciamo più a vedere. Ho scelto un piccolo fiore come metafora, la violetta. Il mio è sicuramente un messaggio d’amore per i miei figli, una testimonianza di ripristino delle coscienze e degli entusiasmi soffocati, troppo spesso, dalla tristezza e dall’egoismo.

5.    Pensi che sia necessaria o utile nel panorama letterario attuale e perché?
Ogni volta che pubblico un libro mi pongo lo stesso quesito: con il mio lavoro aggiungo qualcosa alla Letteratura? 

A volte so rispondere, altre volte non ci riesco.


6.    Quando e in che modo è scoccata la scintilla che ti ha spinto a creare l’opera?

Sono stata sempre convinta che non ci sia mai un vero motivo che spinge un autore a scrivere, perché ci sono mille spunti che animano un libro. A volte negli scritti precedenti c’è qualcosa di non svelato completamente, proprio come un ulteriore embrione a cui dare nutrimento. Ecco cosa mi spinge a continuare a scrivere: il desiderio di dire ancora, in altro modo, cose anche già sussurrate in antecedenti poesie soffermandomi sullo sviluppo dell’essere umano, sulla sua evoluzione nel tempo, sul mutamento della natura. Concentrata sulla realtà mi dedico alle sue nervature che cerco di raccontare in maniera visionaria. Sicuramente, le recenti notizie scientifiche riguardo allo scioglimento dei ghiacciai, alla devastazione in Amazzonia e all’alterazione climatica del Pianeta, mi ha posto di fronte all’urgenza di esprimermi. La venatura della viola posso considerarla come la mia risposta ai disastri ambientali, culturali, intimi e sociali; un tentativo di cercare l’unica via possibile per la salvezza del genere umano. Tornare indietro, dunque, alle cose più piccole per amarle nuovamente, quale un fiore, ripristinandone il senso più profondo e interrogandomi continuamente sul perché ci stiamo autodistruggendo.

7.     Come l'hai scritta? Di getto come Pessoa che nella sua “giornata trionfale” scrisse 30 componimenti di seguito senza interrompersi oppure a poco a poco? E poi con sistematicità, ad orari prestabiliti oppure quando potevi o durante la notte, sacra per l'ispirazione?

Alcune poesie contenute nel libro sono già uscite sui siti di settore negli anni passati. Ne La venatura della viola, sicuramente, questi testi hanno subito trasformazioni, sono cambiati in certi passaggi. Quindi, il libro contiene anche un percorso meditato nel tempo. Solo successivamente, quando sono di fronte al computer, (confesso che scrivo sulla carta e con la penna, come facevo trenta anni fa) per dare corpo e consequenzialità al discorso poetico, mi ritrovo nella condizione di architettarne la struttura. Questa fase di lavoro posso considerarla temporalmente attuale. Ci vuole cura, pazienza, caos e silenzio per scrivere una poesia. Ho bisogno di viaggiare, stare con la gente, nutrirmi di natura e di piccole cose. Ho necessità di osservare tutto, leggere, ascoltare ed empatizzare con il ciclone della vita. Così arriva la fase dell’elaborazione del pensiero che si tramuta in parola scritta, da annunciare e da rivelare. Non posso negare che in alcune giornate ho scritto più testi che ho lasciato poi ‘posare’ come si fa con l’olio o il vino e che ho ‘rivisto’, a distanza di tempo, con severità e rigore. Non ho orari, né luoghi predefiniti per produrre un pensiero poetico. A volte al mercato, altre volte mentre sono in treno, al mare, in montagna o al lavoro. Per metterlo su carta, invece, ho bisogno della mia scrivania, della musica, dei libri intorno che non smettono mai di guardarmi, soprattutto, della mia cagnolina che ama starmi vicina quando sono seduta qui.

8.   La copertina. Chi, come, quando e perché?

La collana Perle di Giuliano Ladolfi ha già un suo stile grafico che da anni seguo e apprezzo. L’Editore è stato aperto e gentile; infatti, mi ha anche chiesto se avessi voluto una immagine sulla copertina, ma perseguo l’essenzialità, anche nella veste grafica di un mio lavoro. Sono soddisfatta.

9.    Come hai trovato un Editore?

Conosco quasi tutti gli Editori italiani, soprattutto perché ho letto parte dei loro cataloghi seguendo alcuni autori da anni. Li conosco e molti li apprezzo, per il lavoro certosino e coraggioso, anche se non li ho mai incontrati di persona. All’inizio di settembre, ero in dialogo virtuale con Eleonora Rimolo, giovane poeta salernitana, a cui confidavo lo sconforto e l’amarezza di alcuni ambienti poetici e dell’andamento delle scelte editoriali a meri fini commerciali e di visibilità. Da tempo mi guardavo intorno e ho meditato molto. Non aderendo a nessuna corrente o canone e non facendo parte di nessun ambito poetico (scuole o gruppi) sono arrivata alla conclusione di scegliere un Editore che non fosse interessato al successo, ma alla poesia.  È stata Eleonora a indicarmi Giuliano Ladolfi descrivendolo serio e rigoroso e,  dal punto di vista umano, come persona, sincera e gentile. In qualità di Editore ne avevo conoscenza da anni, ma leggere le parole di Eleonora, ‘è un uomo di altri tempi’, mi ha aperto un grande spiraglio per la nascita di una sana e fattiva collaborazione. È stata lei stessa a presentarmi a Ladolfi. Subito è nata l’idea del progetto e ci siamo messi al lavoro. Sono molto contenta di aver preferito il rigore alla ipocrisia dei major dell’Editoria italiana.

10.                       A quale pubblico pensi sia rivolta la pubblicazione?

A tutti. Vorrei parlasse veramente a chiunque.

11. In che modo stai promuovendo il tuo libro?

Mi viene subito in mente fb e tutte le piattaforme social, ma, in realtà, come per gli altri libri, la promozione in cui credo e che pratico è quella dell’invio del mio libro a critici, poeti e giornalisti stimati che vorrei prestassero cura e attenzione alle mie parole. Anche l’Editore farà la sua parte.

12.                        Qual è il passo della tua pubblicazione che ritieni più riuscito o a cui sei più legato e perché? (N.B. riportarlo virgolettato nel testo della risposta, anche se lungo, è necessario alla comprensione della stessa)

Sono legata a ogni parola, nessuna esclusa. Qui riporto la Lettera al lettore che apre il libro:

Ne La venatura della viola maneggio la parola poetica per trovare la strada possibile da percorrere quando non ci si arrende all’incuria, all’abbandono, all’assenza, alla miseria umana. Per resistere e oppormi alle brutture della vita ho cercato la risposta nella semplicità e nella dolcezza di un piccolo fiore. Ho scelto la viola, spesso colta e custodita nel libro preferito o nel diario come un pensiero d’amore o, addirittura, per fermare un ricordo. La violetta, le viole a ciocche, la viola del pensiero mostrano a tutti la bellezza del colore, a volte il profumo portando in seno, metaforicamente, il ciclo vitale dell’esistenza. Ambire al succo del vero mi educa e mi spinge a sentire le creature tutte come un dono che non voglio dare per scontato. Amo la gentilezza e la calma accesa della viola, quella lentezza che mi permette di soffermarmi con garbo sui particolari, sui dettagli incustoditi. Non voglio perdere niente. Il bisogno di toccare continuamente la terra e i suoi figli mi pone in una posizione privilegiata. Mi rasserena. Abbiate cura di queste poesie e ringrazio le violette, una delle tante bellezze del Creato. Vi prego, usiamo buone maniere e tenerezza quando siamo di fronte a un albero, accarezziamolo. Accogliamo il mondo fatto di persone, cani, uccelli e il mare. Siamo gentili e facciamoci ingranaggi universali d’amore. Fermiamoci presso la foce di un fiume, ascoltiamo l’acqua. Diamo un bacio in più al mattino e alla sera. Gioiamo dei silenzi pieni e gonfiamoci continuamente gli occhi quando guardiamo le stelle.
Rita Pacilio

13.                        Che aspettative hai in riferimento a quest’opera?

Tante, tantissime, ma, come sempre, mi rimetto al parere dei lettori.

14.                       Una domanda che faresti a te stesso su questo tuo lavoro e che a nessuno è venuto in mente di farti?

Qual è la tua paura più grande?


15.Quali sono i tuoi progetti letterari futuri? Hai già in lavorazione una nuova opera e di che tratta? Puoi anticiparci qualcosa?

Sto lavorando a due saggi e al mio primo romanzo. Non dico altro per pudore e scaramanzia.




Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare, si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di saggistica, di letteratura per l’infanzia e di vocal jazz. Curatrice di lavori antologici, editing, lettura/valutazione testi poetici e brevi saggi, dirige per La Vita Felice la sezione ‘Opera prima’. Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e coordina il Festival della Poesia nella Cortesia di San Giorgio del Sannio.
Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice 2012) risultato vincitore di numerosi Premi, tra cui Laurentum 2013, è stato tradotto in francese Les imparfaits sont des gens bizarres, (L’Harmattan, 2016 Traduction en français par Giovanni Dotoli et Françoise Lenoir) e per Uet Tunisi la traduzione in lingua araba (a cura del Prof. Othman Ben Taleb)Quel grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015), Prima di andare (La Vita Felice, 2016). Per la narrativa: Non camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria, 2011); L’amore casomai – racconti in prosa poetica (la Vita Felice, 2018). 
Per la letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi, fiabe (Scuderi Edizioni, 2015); Cantami una filastrocca, quaderno operativo per la Scuola dell’Infanzia (RPlibri, 2018);  La favola dell’Abete, storia per la magia del Natale (RPlibri 2018).
È stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo, in catalano, in georgiano, in napoletano. A ottobre 2019 la recente pubblicazione di poesia La venatura della viola (Ladolfi Editore).



Articolo/Comunicato - Letture d’estate, quando la vita decide le priorità. Settembre 2019


Letture d’estate, quando la vita decide le priorità
comunicato di Rita Pacilio

Risale a molti mesi fa la mia più recente nota di lettura/recensione di un libro di poesia. Nonostante mi sia dedicata completamente a RPlibri, marchio editoriale da me ideato e curato dal 2017 e ad altre attività culturali (compreso la mia scrittura), molti amici/poeti, stimando il mio lavoro di sintesi critica, hanno continuato a inviarmi i propri libri sperando in un parere - o visibile in rete o, meglio ancora, sulle riviste cartacee. Negli ultimi anni ho consacrato il mese di agosto alle recensioni di quasi tutti i libri ricevuti, ma, mio malgrado, in questa estate duemiladiciannove, ho dovuto saltare l’appuntamento promesso a me stessa e, indirettamente, agli autori. Ciò non perché non abbia avuto il tempo necessario per leggerli tutti, anzi, l’ho fatto con cura e attenzione; né voglio comunicare l’indesiderata ricezione di plichi innumerevoli che pervengono al mio indirizzo postale: sappiate che sono stata e sarò sempre gioiosa di accogliervi tutti! Piuttosto, sto cercando di giustificare l’oggettiva difficoltà, per vari motivi, a scriverne in maniera rigorosa così come facevo nel passato. Con questo breve articolo/comunicato, voglio scusarmi con tutti coloro che hanno confidato in me e, soprattutto, ringraziare ognuno di voi con un abbraccio forte per il dono delle parole e delle dediche augurando soddisfazioni immense a tutti. Riporterò di seguito un verso da me scelto tratto dai libri letti, il titolo e la Casa Editrice seguendo l’ordine con cui sono stati riposti da mia figlia nella libreria di famiglia. Non me ne voglia nessuno per eventuali omissioni, né per altro. State bene. Con l’amore di sempre.
Vostra, Rita Pacilio

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Il suono non cessa mai il moto. La cadenza sospesa di Valentina Colonna (Nino Aragno Editore, 2015)

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Il terrore ci fa corrente innanzi. La mezzanotte di Spoleto di Paolo Valesio (Raffelli Editore, seconda edizione luglio 2018)

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l’acqua rotta è un campo. Eu-nuca di Patrizia Sardisco (Edizioni Cofine, 2018)

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Il film del finestrino inscena il paesaggio. Rinascere da vecchi di Gianfranco Lauretano (puntoacapo, 2017)

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Non si scordano le rose. L’origine di Domenico Cipriano (L’arcolaio, 2017)

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Vado sul tuo pensiero come su un filo di rasoio. Erranze e altri demoni di Caterina Davino (iRobin&sons, 2018)

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L’amore, come la malattia, ci rende inermi e anonimi. Crolli di Rosaria Lo Russo (Le Lettere, 2012)

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Ti scrivo in un giorno strano. Impero di Bruno Di Pietro (Oèdipus, 2017)

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Esiste qualcos’altro per non urlare? Pensieri, desideri, ricordi di Enrico Macrì (Poesie, 2019)

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Perché c’è ancora quel filo spinato. Odusia di Lidia Loquercio (Edizioni Il Saggio, 2019)

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Ognuno di noi è un migrante. Lettera dal mare di Oronzo Liuzzi (Oèdipus, 2018)

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Ti voglio dire una verità. La Maestra Napolitano  di Lina Rotunno (Edizioni Eva, 2015)

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Poesia, scioglimi dentro. Fra mani rifiutate di Pietro Romano (iQdB Edizioni, 2018)

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Hai visto in me qualcosa di buono. Collezioni d’ossa o di una notte senza luna di Alessandro Paglialunga (campanotto Editore, 2017)

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La speranza per ciò che può cambiare. Caterina Martino (GaEle Edizioni – Libri d’Arte)

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Rincuorandosi a catena. Negli occhi di un giorno di Ciro Ridolfini (Loffredo Edizioni, 2011)

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il mio alfabeto non sa creare sulla carta a specchio. La casa degli scemi di Anna Maria Farabbi (LietoColle, 2017)

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In eterno ripete l’istante divino. Contro-Versi di Manuela Minelli (Edizioni Progetto Cultura, 2017)

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devo mettere a fuoco i miei sbagli. Non so di Nicola Manicardi (iQdB Edizioni, 2018)

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La realtà non ha bisogno di spiegazioni. Dal tratto alle parole di Mario Pugliese e Nicola Vacca (iQdB Edizioni, 2018)

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Spiegami dunque perché rinunciare. Fermocolle di Marco Di Meola (Prima Edizione, 2018)

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Nella vicinanza, inoltre, si sperimentano la pazienza e la tenerezza di Dio. Francesco, il calore della speranza di Antonella Fusco (Passione Educativa, 2016)

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Se fossi poesia. Cntrovento di Federica Carella (Annales Edizioni, 2018)

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Io nel caldo ci sto dentro. Mareàje di Anita Piscazzi (Campanotto Editore, 2012)

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Preludio per un diverso limite. L’ora del buio di Giuseppe Perrone (iQdB Edizioni, 2019)

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Allora invecchierò da un’altra parte. Corpo della gioventù di Alessandra Corbetta (puntoacapo, 2019)

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Ma presto, ti prego, presto. Le catene del sole di Marco Onofrio (Fusibilialibri, 2019)

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Il sogno vero è la realtà; la realtà vera è sogno. Nuvole strane, pensieri e aforismi di Marco Onofrio (Ensamble, 2018)

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Il tempo si rovescia. La nostalgia dell’infinito, antologia poetica con inediti 201-2016 di Marco Onofrio (Ensamble, 2016)

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La vita è preziosa. Semplici versi da piccoli poeti (Direzione Didattica Statale 1° Circolo – Eboli – anno scolastico 2018-2019)

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Lo sai, con te sono stata catena. Non ero preparata di Melania Panico (La Vita Felice, 2018)

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E intanto ci sono sparite le parole. Corpo della realtà di Fabio Franzin (puntoacapo, 2019)

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E tu cerca un altro pensiero, nella figura dei vecchi. Il respiro di Alcesti di Piero Marelli (pM* tipografo di poesia: Libro d’Arte)




Fotografia di Lucia Pinto