Rassegna stampa - Bià Jazz Festival 2012 Abbiategrasso (MI) 3 - Marzo 2012 Pacilio Fasoli Colombo trio


Jazz in versi
contaminazione di poesia e musica jazz

Le atmosfere del progetto ‘Jazz in versi’ sono colte e raffinate e giocano tra performance suggestive in cui si fondono i tempi della poesia  di Rita Pacilio, autrice e performer sannita, e il jazz moderno dei sassofoni (soprano e tenore) di Claudio Fasoli e del pianoforte di Massimo Colombo. Il suono degli strumenti e la musicalità dei versi comunicano in un linguaggio universale: l’emozione.
‘Senti lo sterminio dei desideri?
Compatisci tra le mani
le vertigini che svegliano frane.
E uscirai da me senza fine.’
                                                                                            Rita Pacilio 


Bià jazz Festival 3 -16 Marzo 2012 Abbiategrasso (Mi) 
Sabato 3 marzo ore 21.00
Rita Pacilio  Claudio Fasoli Massimo Colombo trio


 (Anticipazione del Festival al 'Doria jazz club' (Mi)


Recensione - Rita Pacilio su Fernando Della Posta - L'anno, la notte, il viaggio - le gemme - curato da Cinzia Marulli - Edizioni Progetto Cultura -

L’anno, la notte, il viaggio
di Fernando Della Posta

le gemme
Edizioni Progetto Cultura

commento di Rita Pacilio

Il cammino della poesia moderna e postmoderna sembra avere trame legate a partenze, interiorizzazioni, richieste e aspettative che caratterizzano il viaggio del poeta verso l’impercettibile. Si avverte il gusto e l’esigenza di sperimentarsi in confronti di partecipazione intellettuale in cui il proprio bisogno di testimonianza consente al poeta di documentare la propria storia e il proprio viaggio. Fernando Della Posta nel suo lavoro L’anno, la notte, il viaggio, le gemme, curato da Cinzia Marulli Ramadori, per i tipi editoriali Progetto Cultura, si prefigge, in questo senso, un tragitto elaborato e raffinato tra l’Autore e il mondo esterno, tra il visibile e l’invisibile per tracciare un tempo e uno spazio legittimo tra le cose e i fenomeni spirituali. Il poetico diviene l’unica modalità metaforica dell’uomo per ridimensionare il mondo - amore fragile in boccio - per colorare le parole presupponendo un ininterrotto dialogo con l’universo interiore (Rimbaud). Si aprono le tematiche con gli interlocutori immaginari: sono infinite le manifestazioni tracciate dalle storie di ognuno in cui l’essere umano entra in conflitto maturando e presumendo atteggiamenti sia ironici che critici. Il poeta vuole fare piena luce sulle tinte grigie e monocromatiche della cultura che non rischia la meditazione espressiva o la domanda estetico/comunitaria. Si invocano gli stili linguistici per de-costruire lo stato delle nuove cose attraverso più visioni e frequentazioni di luoghi creando una struttura topografica dinamica con coralità di annotazioni e di memorie. La consapevolezza di costruirsi maschere e corazze, personaggi e fantasie è generata da uno stato di meccanismo di difesa personale e dalla denuncia della fragilità e del panico sociale odierno. Il poeta filtra la pseudorealtà e, come un calco, proietta nei versi, il proprio destino antropologico, la propria terra.

Rita Pacilio


Rassegna stampa - Panorama donna ( Vetrine: i libri - Profili : le donne) a cura di Rosa Anna Pironti



Non camminare scalzo di Rita Pacilio
Edilet Edilazio Letteraria 2011


dalla prefazione di Raffaello Utzeri
Rita Pacilio, la ricomposizione poetica

    Un libro scritto in prima persona, come questo “Non camminare scalzo”, che Rita Pacilio presenta dopo anni di elaborazioni sui misteri dolorosi tra carnefici e vittime, suscita intanto una domanda che chiama in causa l’io narrante. L’autrice stessa se la pone. Nella nota di presentazione ai lettori, quasi come preliminare istruzione per l’uso, dopo aver chiarito che non ci sono riferimenti a persone o fatti reali, entra nel referente centrale della sua motivazione creativa e, in forma quasi di elzeviro, ne svela esplicitamente la fonte rimasta fin li occultata: parla una madre che sente vicina la morte. Di fronte al dolore della figlia cerca di darle un lascito morale, una proposta di condivisione per cui la sofferenza personale si diluisca nel mare magnum del dolore comune alla condizione umana.
    ………………………………………………
    Lo stile dominante nella rappresentazione di queste “ storie ingiuste”, come l’autrice stessa nel presentarle le chiama, può essere definito espressionista e iperrealista: c’è un indulgere, a prima vista eccessivo, su particolari del corpo umano e soprattutto sui modi d’uso della sessualità, con alcune puntate nella realtà della pornografia, il tutto senza falsi pudori;  ma, perfino nelle situazioni più scabrose, difficili da raccontare, non viene meno il controllo della lingua e della penna nei livelli dell’ascolto e della conseguante testimonianza. Le fonti sono donne detenute che hanno subito per anni soprusi e violenze fisiche e morali, quasi sempre da uomini che amavano, dai quali anziché  affetto hanno subito trattamenti dolorosi e umilianti  fino al limite dell’insopportabilità.
    Farsi giustizia da sé con un delitto è  stato per loro come scegliere la pena di una giustizia sconosciuta piuttosto che rassegnarsi alla pena di una ben conosciuta ingiustizia.
    Tutte donne le vittime, non tutti uomini i carnefici.
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dalla prefazione di Raffaello Utzeri




Rita Pacilio è nata a Benevento, Sociologa, si occupa di Poesia, Narrativa, di Musica jazz e di Orientamento e Formazione, di Mediazione familiare e dei conflitti interpersonali, di Prevenzione delle dipendenze.

Pubblicazioni

·         “Luna, stelle…e altri pezzi di cielo”; Edizioni Scientifiche Italiane 2003
·         “Tu che mi nutri di Amore Immenso” Silloge Sacra N. Calabria Editore 2005
·         “Nessuno sa che l’urlo arriva al mare” N. Calabria Editore 2005
·         Ciliegio Forestiero” LietoColle 2006
·         “Tra sbarre di tulipani”  LietoColle 2008
·         “Alle lumache di aprile” LietoColle  2010
·         “Di ala in ala” (Pacilio – Moica) LietoColle  2011
Molte poesie hanno partecipato a concorsi nazionali ricevendo la segnalazione della critica e la pubblicazione in Antologie nazionali.
·         ‘Non camminare scalzo’ Edilet Edilazio Letteraria 2011 (monologo teatrale/romanzo poetico)

Premi:
·         “Luna, stelle…e altri pezzi di cielo” (vince il Primo Premio sezione “libro edito al Concorso Nazionale “Calicantus” I Edizione indetto da “ Il Gazzettino del Tirreno” (ME anno 2005)”.
·         “Tra sbarre di tulipani” (riceve la Menzione d’onore Premio Bellizzi anno 2010),
·         “Alle lumache di aprile” riceve segnalazione speciale della Giuria a Rita Pacilio con la raccolta ‘Alle lumache di aprile’ (2010) Lietocolle Edizioni - 15^ Edizione Premio Letterario Nazionale di Poesia e Narrativa ‘Città di San Leucio del Sannio’ (Sezione C-Poesia edita); il riconoscimento di Merito Artistico Premio Made in Italy S. Agata de’ Goti per lo stesso anno 2010 e la medaglia ArTelesiaFestival 2010 Premio speciale all’Autrice Rita Pacilio distintasi quale migliore Artista Sannita dell’anno.

Nell’agosto 2006 l’autrice presenta al grande pubblico il progetto “Parole e musica” - Jazz in versi: contaminazioni.
Si tratta di una proposta progettuale ideata e curata dalla Pacilio che sceglie per alcune sue liriche la musica di Claudio Fasoli, noto compositore, arrangiatore, sassofonista di fama internazionale.
           Gli accompagnamenti jazzistici, l’utilizzo delle improvvisazioni degli strumenti e l’educazione al suono tecnico, colto e raffinato creano la giusta atmosfera per parlare attraverso la poesia un linguaggio universale: l’emozione.

Discografia: ‘Infedele’ Splasc(h)Records 2010

Web site:    www.ritapacilio.com

email:         ritapacilio@gmail.com 



https://sites.google.com/site/panoramadonna/vetrinalibri/titoli/noncamminarescalzo-ritapacilio

https://sites.google.com/site/panoramadonna/ledonne/profili/ritapacilio

Recensione - Rita Pacilio su Pietro Secchi - Modernità d'amore - le gemme - Edizioni Progetto Cultura 2011

Modernità d’amore
Pietro Secchi
Le gemme
Edizioni Progetto Cultura 2011
commento Rita Pacilio

‘Il sapere’ è un ‘only connect’, ha dichiarato Valerio Magrelli in un’ intervista, cioè un ‘trovare connessioni’, stabilire e incrementare, sul piano culturale, una infinita rete di connessioni cerebrali. Si potrebbe cominciare dal linguaggio poetico che è un ‘lavoro’ di pensiero riformulato in un documento codificato e riconosciuto grazie all’identità di stile che lo distingue e lo misura. L’ampiezza e la varietà della corrispondenza poetica che si muove nel tempo è da ricercare nella morfologia filosofica: Pietro Secchi in Modernità d’amore le gemme – Edizioni Progetto Cultura 2011 esamina, infatti, se stesso attraverso varianti della forma e della struttura poetica di grandi voci della Poesia del panorama poetico/letterario mondiale ‘mostrandola attraverso un lembo delle leggi misteriose’ (Roberto Calasso). Il Secchi rispecchia un lavoro poetico post-moderno in cui la scienza e la letteratura sono pronte a fondere i segreti dell’Arte. ‘Weshalb reisse ich mir Gecht aus meiner Existenz? Ist der Preis nicht zu hoch? Wes-halb? ’Perché strappo poesie traendole dalla mia esistenza? Il prezzo non è forse troppo alto? Perché? (Cristoph Wilbelm Aigner). La domanda sull’esistenza avviene con estrema consapevolezza e attraverso lo studio attento e meticoloso di innumerevoli pensatori e letterati affinché non sfugga nulla del mondo all’animo umano: né la bellezza, né lo scarto tra le concrete ed inquietanti aspirazioni personali e sociali. Gli occhi si poggiano sul ‘meraviglioso’ e sul ‘fascino mutevole’ delle cose, sui ‘vincoli utilitaristici’, sui ‘soggetti al di fuori’. L’immaginazione si difende per non pensare alla visione materialistica che l’obiettivo della causa-effetto suggerisce. La poesia salva la logica e la ‘realtà esterna’ riconosce ‘al di sopra’ della nostra esperienza che, gli esseri animati e inanimati, lamentano il rischio di finire in vicoli ciechi. E se si cominciasse a conferire più giudizio alle forme sinestetiche elevando pensieri puri? Ecco ricomparire l’idea filosofica della convertibilità della materia permeata da situazioni emozionali/affettive. Pietro Secchi, filosofo e abile conoscitore della parola poetica, crede pienamente in un Universo nuovo, possibile, in cui riformulare e percepire le infinite correlazioni tra le reti di connessioni comunicative da stabilire non solo tra gli umani, ma anche tra gli astri, tra le ‘cose’, nel micro e nel macrocosmo in cui il Poeta mette alla prova continuamente se stesso.

Rita Pacilio